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martedì 22 dicembre 2015

UN TEMPO DI QUALITA'



UN TEMPO DI QUALITA’

Tutti i genitori sanno quanto è importante giocare con i propri figli. Non è sempre facile, però, conciliare tutti i nostri impegni e trovare un tempo di qualità da dedicare a loro.
Siamo spesso di corsa, divisi tra mille scadenze, impegni e obblighi da svolgere sia al lavoro sia in famiglia. Riserviamo a noi stessi poco tempo e, nei piccoli ritagli che ci prendiamo, le attività che svolgiamo non sono più piacevoli ma si trasformano in vincoli. Vorremmo staccare la spina ma spesso non possiamo (o non riusciamo).

In giornate come queste i nostri cinque sensi lavorano contemporaneamente. Stiamo attenti al bambino piccolo che gioca, interroghiamo il figlio più grandicello sulle tabelline, prepariamo la cena (che si compone solitamente in almeno due portate), leggiamo i messaggi sul cellulare... 

Abbiamo compreso che possiamo stimolare tutti nostri cinque sensi, senza però potervi dare la stessa percentuale di attenzione. Nel frattempo, i nostri bambini osservano il nostro comportamento e lo copiano. Il problema è che, quando possiamo fare di più, lo facciamo, con il rischio di non concederci tempo per riposare o stare davvero con loro. 

Ci manca il senso della misura e per recuperarla, dobbiamo iniziare a fare “ pulizia” tra le cose che facciamo. Dobbiamo imparare a stabilire delle priorità e a isolare l’eccesso. Se tra le priorità ci sono la famiglia e i figli, allora cerchiamo di ritagliare del tempo libero dove possiamo giocare con loro, aiutarli a fare i compiti, ripetere le tabelline o portarli al parco. Cerchiamo un momento in cui possiamo essere al 100% concentrati su loro. Basta anche solo un’ora.

Il gioco è un’occasione fondamentale per conoscere i propri figli e rafforzare il legame e la complicità con loro. Attraverso il gioco i bambini  esprimono le proprie emozioni, imparano a conoscere se stessi e il proprio carattere. Durante il gioco figli e genitori si conoscono ad un livello più profondo, che è quello corporeo. I messaggi più importanti vengono comunicati attraverso il corpo (i gesti) e lo sguardo. Riusciamo così a intuire ciò che provano e possiamo, se necessario, rassicurarli e mostrargli che siamo presenti per loro.

Noi siamo il tempo che dedichiamo a noi stessi e agli altri. Volerci bene e voler bene ai nostri figli significa stare con noi stessi e con loro. Dobbiamo imparare a nutrire le nostre relazioni mettendoci corpo e mente.
E ricordiamoci:  

Mentre noi cerchiamo di insegnare ai nostri figli tutto della loro vita, 
loro ci insegnano che cosa conta davvero nella vita.  

(Angela Schwindt)



(Lisa)

martedì 10 novembre 2015

Abituarsi al digitale



Oggi la dimensione digitale fa sempre più parte del nostro mondo e di quello dei nostri bambini. In noi adulti, però, permane un senso di diffidenza nei confronti di questi strumenti. Noi siamo cresciuti con i libri, loro con computer e tablet. 
Il loro mondo è sia reale sia digitale. 
Per questo non serve impedire ai propri figli di usare internet. 
Occorre invece stabilire regole precise e un clima di fiducia che permetta a noi genitori di riconoscere cosa i nostri figli stanno facendo su internet. 
E magari farlo insieme a loro. 
Infatti, i genitori, navigando insieme ai bambini, possono dare indicazioni e consigli e vietare siti e giochi violenti, con un contenuto inappropriato per la loro età. 




venerdì 3 aprile 2015

Quello che i bambini non dicono (a tavola)

QUELLO CHE I BAMBINI NON DICONO (A TAVOLA)

Quando un bambino rifiuta il cibo – sì, proprio quello buono che avevamo preparato con tanta cura – e chiede di mangiare sempre le stesse cose, noi genitori reagiamo in modo diverso: c’è chi si arrabbia, chi prova a insistere gentilmente, chi si offende e chi lascia perdere e passa subito al piatto alternativo. E i bambini? Come si sentono in quei momenti?
Loro sono piccoli e spesso non sanno spiegare la tempesta emotiva che hanno dentro e che semplificano con un banale “non mi piace”.  Non cadiamo nell’errore di rispondere: “Ma se non hai nemmeno assaggiato…”. Quel “non mi piace” ha un significato diverso, che non ha nulla a che vedere col sapore. Se i bambini potessero tradurre le emozioni in un pensiero articolato, molto probabilmente ci direbbero almeno una delle frasi seguenti:

Cara mamma, caro papà,
  • Quando è ora di mangiare, certe volte ho paura. Ho paura delle cose nuove, perché non so che effetto mi faranno in bocca. Come faccio a mettere “dentro” una cosa che potrebbe essere cattiva o avere una consistenza spiacevole? Come devo reagire se succede? Posso sputare se non mi piace? Mi promettete che non mi sgriderete?
  • Quando mi riempite il piatto, il cibo non mi sembra più cibo, mi sembra un compito da fare, una montagna ripida da scalare. Ho paura di sentirmi pieno, di non avere più voglia di andare avanti. Ho paura che quello che era buono, all’improvviso diventi cattivo. Se succede, voi cosa farete? Farete la faccia scocciata e io mi sentirò cattivo, sbagliato, stupido. Non voglio deludervi.
  • I sapori, anche quelli buoni, mi stufano. Se l’altro giorno quel piatto mi è piaciuto, datemelo ancora, ma non datemene tanto. Lasciatemi libero di prenderne un po’ e poi di chiederne ancora se ne vorrò. A me piacciono le porzioni piccole; poi, quando avrò finito, magari ne chiederò ancora. Posso provare a servirmi da solo?
  • Certi colori hanno un brutto aspetto. Se la minestra è verde scura o marrone, non la voglio. E poi io devo riconoscere quello che mangio, i miscugli mi confondono. Ci sono tanti passati di verdura con colori più belli. Proviamo a farne uno arancione?
  • Lo so che avete letto che bisogna assaggiare un piatto almeno cinque o dieci volte per capirne davvero il sapore, ma è inutile dirmelo sempre. Magari lo assaggerò di nuovo, ma lasciate passare qualche mese, datemi tempo.
  • Quando vi sento tesi e arrabbiati, o distratti dai vostri problemi, io non ho voglia di stare seduto. Parliamo serenamente, scherziamo insieme. Magari quello che "non mi va giù" è la tensione che sento nell'aria. Giochiamo alla pace, almeno quando siamo a tavola.
  • Se vi dico “non mi piace”, a volte non ce l’ho col sapore: quello che mi dà fastidio magari è solo la consistenza. Perché non mi proponete di annusare, prima di mettere in bocca? Magari il profumo mi farà cambiare idea. E poi sono stufo di pappette, datemi anche qualcosa di croccante.  E smettetela di imboccarmi, ormai sono grande.
  • Se quei sapori che voi trovate buonissimi per me sono cattivi, non guardatemi con quella faccia che sembra voler dire “mio figlio è stupido”.
  • Non mi dite: “che cosa vuoi mangiare?”. Per evitare problemi, io non posso che chiedervi sempre le stesse cose. Se volete farmi scegliere, pensate a due piatti e chiedetemi se voglio questo o quello.
  • Ogni tanto, trovate il tempo per cucinare con me: se il cibo lo vedo, lo tocco, lo maneggio, lo annuso, forse a poco a poco mi farà meno paura.
  • Quando mi prendete in giro, mi etichettate con aggettivi antipatici o mi dite che altri bambini sono bravi e mangiano tutto, mi sento ferito e solo, mi detesto perché so che vi deludo. Ma non posso fare nulla per cambiare le cose.
  • Non proponetemi premi o ricompense se mangio quello che non mi piace: voglio imparare a fare le cose perché hanno senso, non per ottenere qualcosa in cambio.
  • Non rinunciate mai a farmi scoprire il cibo, ma fatelo più serenamente.  Perché non facciamo una gita in campagna? Magari in una bella fattoria?
  • Non mi date cibi golosi solo per farmi mangiare “qualcosa”: se fate così non mi state aiutando a risolvere il mio problema, vi state solo arrendendo.
  • Ho bisogno della vostra fiducia. Ditemi che prima o poi ce la farò; anzi, ditemi che ce la faremo.

giovedì 5 febbraio 2015

Le 5 regole dell'autostima

Le 5 regole dell’autostima

L’accettazione
Devi riconoscerti il diritto di avere delle opinioni, dei pensieri, dei comportamenti. E accettarli, non denigrarli o negarli mai. Nella vita di tutti i giorni, quindi, devi sforzarti di esprimere il tuo punto di vista nelle discussioni, anche se va contro la posizione degli altri, e anche se immagini che non sia interessante. Per iniziare, prova a farlo con un pubblico ristretto, in famiglia, per esempio. Poi, quando inizi a sentirti più a tuo agio, esprimi la tua opinione ai tuoi amici. E, alla fine, prova a farlo in ufficio, con i colleghi e durante le riunioni.
L’affermazione
Sii autentica nelle tue relazioni, non cercare di forzare la realtà per piacere agli altri. Non copiarli, perché ognuno possiede il proprio modo di esprimersi. Per esempio, prova a comprare dei vestiti che ti piacciano davvero, invece di copiare sempre il look della tua amica super chic! Osa: dì al tuo partner che non hai amato per niente quel film che, invece, a lui è piaciuto tanto.
Fissa degli obiettivi
Trova delle sfide quotidiane. Per farlo, devi conoscere le tue capacità e i tuoi limiti, fissandoti degli obiettivi realizzabili. Vai piano, per gradi, aumentando progressivamente la difficoltà delle tue prove. In seguito, osserva i risultati per renderti conto di cosa hai bisogno di cambiare in te stessa. Analizzare i propri errori permette di capire dove si è sbagliato evitando, così, di ripeterli.
Sdrammatizza
Ripeti mattina e sera: “posso riuscirci”, “ho le capacità per questo lavoro” o “sono la migliore”... Il pensiero positivo ti permette di recuperare un po' di fiducia in te stessa e smettere di vedere tutto nero. Ma se vuoi che questo metodo sia efficace, devi credere davvero nelle tue forze!
Affronta le situazioni che temi
Invece di evitare le situazioni che ti mettono a disagio, devi affrontarle e andare avanti. Non abbassare lo sguardo quando ti guardano, se uno sconosciuto ti rivolge la parola, rispondi e rilancia la discussione... La cosa più importante è fare nuove esperienze per poter affrontare, un po’ alla volta, le situazioni che ti angosciano di più.


martedì 27 gennaio 2015

Felicità

La felicità è lo stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri.
Con il tempo si impara che non si può misurarla.
La felicità è qualcosa di fugace, momentaneo. È l’assenza di tutti i turbamenti, le paure; è lo stare bene con se stessi. Qualcosa di piacevole, o forse l’attesa del piacere stesso.
La felicità a volte sta nelle piccole cose, nei piccoli gesti, in qualcosa di inaspettato.

La felicita' e' dentro di noi, nel nostro modo di pensare e nella prospettiva dalla quale decidiamo di osservare la realtà' che ci circonda. Il modo in cui osserviamo noi stessi e il mondo e' il risultato di una scelta e dell'abitudine, spesso inconsapevole, di continuare a dare seguito a quella scelta.

Riflettiamo prima di parlare

Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza.
Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:
- Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
- Un momento – rispose Socrate. – Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.
- I tre setacci?
- Ma sì, – continuò Socrate. – Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?
- No… ne ho solo sentito parlare…
- Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?
- Ah no! Al contrario.
- Dunque, – continuò Socrate, – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. E’ utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?
- No, davvero.
- Allora, – concluse Socrate, – quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?



Meditiamo e riflettiamo prima di parlare o giudicare.

venerdì 2 gennaio 2015

CHI BEN COMINCIA....

Buon anno nuovo cari genitori!!!

Per cominciare bene questo 2015 ecco un breve ripasso delle ABILITA' DI VITA presentate nel nostro calendario appena terminato!!! 


giovedì 27 novembre 2014

MAL DI SCUOLA

Il mal di scuola: ovvero quando l’esperienza scolastica diviene un percorso difficile e faticoso.

Dal punto di vista del bambino la scuola non è sempre una faccenda semplice e liscia.

La scuola implica un saper mettersi in gioco, con gli altri ma anche con noi stessi, con i nostri limiti e con le nostre capacità. A scuola dobbiamo sperimentarci nelle competenze e nelle relazioni. A scuola dobbiamo confrontarci con uno sconosciuto (l’apprendere nozioni che non so), in un ambiente che non sempre è familiare (è lontano dalla famiglia). Pertanto la scuola può essere fonte di ansie e paure.

Come aiutare un bambino a fare dell’esperienza scolastica un’esperienza produttiva e soddisfacente? Il primo ingrediente è la consapevolezza dei genitori che devono comprendere quali richieste fa la scuola ai propri figli e stabilire di conseguenza una comprensione empatica. Mettersi nei suoi panni senza però sostituirsi a lui, riconoscere al figlio le fatiche emotive e sostenerlo incoraggiandolo, sorreggerlo laddove lo chiede. Aiutarlo ad uscire da un punto di vista rigido e limitato (io non ho amici, la maestra mi odia, ce l’hanno tutti con me…) e supportarlo per aiutarlo a comprendere che un problema può essere visto da diversi punti di vista.

Il cambiamento di prospettiva a volte aiuta a trovare soluzioni diverse e inaspettate.

mercoledì 19 novembre 2014

BUONI SONNI TRANQUILLI

Fai fatica ad addormentarti? Ti svegli nel cuore della notte e non riesci più a riprendere sonno? Ecco cosa fare per scongiurare l’incubo di un’altra notte con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto:
  • Di sera abituati a rallentare i giri del motore, staccare con la giornata, rimandare le incombenze all’indomani, perdere i contatti con l’ambiente esterno.
  • Predisponi la camera da letto per il sonno: abbassa le luci, i suoni e anche la voce.
  • Abituati a coricarti a orari fissi e ad usare il letto solo per dormire, assicurandoti che la camera sia ben areata.
  • Nella camera da letto metti al bando computer e cellulari; stop anche alla televisione e ai riposini davanti allo schermo dopo cena. Pc e televisione sono due fonti luminose che inibiscono il rilascio della melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia.
  • Non fare sport nelle ore serali; se l’attività fisica durante il giorno concilia il sonno, poco prima di dormire potrebbe compromettere il riposo notturno a causa dell’aumento della temperatura corporea.
  • Ricorri a tecniche di rilassamento che aiutano l’organismo a raggiungere più facilmente il sonno come lo yoga.
  • Fai un bagno o una doccia calda prima di andare a dormire: si rilassano i muscoli e le mucose respiratorie. Utile è anche un pediluvio, scaldare le estremità del corpo propizia un sonno tranquillo (i meccanismi che regolano la temperatura corporea influenzano quelli di controllo del sonno.

 Ed ora…BUONI SONNI TRANQUILLI.

giovedì 13 novembre 2014

LA CUCINA MAGICA

LA CUCINA MAGICA
Una favola per far mangiare i propri bambini

Giacomino non ama mangiare: i suoi genitori lo pregano e lo implorano ma senza successo. Una notte però il mago Famelicus visita la cucina di quella casa. «Sono stufo di sentire i capricci di questo bambino: si merita una bella lezione». E, fatto un incantesimo, sparisce. La mattina dopo, la mamma va in cucina a preparare il caffé, ma il barattolo sembra incollato al tavolo. Lo stesso accade con le tazzine, lo zucchero e i cucchiaini. Tira, forza e spingi, ma non c'è nulla da fare. Quando Giacomino va in cucina, richiamato da quel trambusto, vede il piatto di pasta al sugo che ha lasciato ieri a cena: affamato com'è, si mette in bocca un maccherone, e proprio in quel momento il barattolo del caffé fa un saltello. Tutti si girano stupiti. Giacomino mangia un altro boccone e la tazzina fa un balzo sul ripiano. Al terzo boccone, il cucchiaino salta da solo dentro la zuccheriera. Al quarto due bicchieri fanno un brindisi.  È proprio così: quando Giacomino mangia, gli oggetti della cucina si muovono da soli. Mette in bocca un altro boccone e la forchetta tintinna sul piatto; poi, al boccone successivo, l'olio e l'aceto si toccano facendo cin cin. «Questa cucina è stregata!», esclama papà. «Ma no, papà, sono solo io!», lo rassicura Giacomino, e per provarlo mette in bocca l'ultimo maccherone. In quel momento un uovo sul tavolo prende a rotolare veloce, sempre più veloce e viene afferrato al volo dalla mamma: «Bravo Giacomino! - dice la mamma - hai imparato a far muovere gli oggetti della cucina. E con questo uovo ti preparo una bella torta al cioccolato!».

SORRIDI, È GRATIS!

Oggi, 13 novembre, è la giornata mondiale della gentilezza.
In un mondo individualista, competitivo e arrivista, la gentilezza sembra sinonimo di debolezza. In realtà è una forza potente, rivoluzionaria che può cambiare il mondo.
Oggi si celebrano la gioia, i sorrisi, gli abbracci, le buone maniere, la tolleranza, l'amicizia è l'amore.
Regala anche tu un po' di gentilezza!

giovedì 6 novembre 2014

STRATEGIE PRATICHE ACCRESCI-AUTOSTIMA

Come si può pensare di essere positivi verso gli altri se non si impara prima a voler bene a se stessi?
Ecco alcuni consigli e strategie per aumentare la propria autostima.

SVEGLIATI MEZZORA PRIMA
Punta la sveglia 30 minuti prima del solito, approfittane per prenderti cura di te: coccolati con un bagno caldo, fai una colazione tranquilla, leggi, fai esercizio fisico…Insomma, dedica questo tempo solo a te stesso! Se non ti è possibile farlo al mattino, ritagliati comunque mezz’ora della tua giornata per fare ciò che più ti piace.

AH, COM’È DISSETANTE!
Sembrerà una banalità, ma non scordarti mai di bere, soprattutto acqua. Il tuo corpo ringrazierà. Il così semplice gesto del bere, un bisogno fisiologico, è un modo per volersi bene, per prendersi cura di sé; in fondo bere è indispensabile, perché non tenersi sempre a portata di mano una bottiglietta d’acqua?!

PROVA LA PILLOLA DI GRATITUDINE GIORNALIERA
Ci sono tantissimi modi per esprimere gratitudine, soprattutto a se stessi, e molte cose per cui essere grati, oggi e soprattutto nella peggior giornata (in fondo è il momento in cui serve di più). Perciò, non dimenticare mai di ringraziare te stesso, impara a concentrarti su ciò che funziona e ad apprezzare i piccoli gesti, le cose più banali e i semplici scorci di felicità.

FAI IL LETTO E LAVA I PIATTI
Potrebbe sembrare la tipica raccomandazione della mamma, ma in questo caso si tratta di “pulizia mentale”. Fare il letto al mattino ti permette di cominciare la giornata in modo chiaro e organizzato; lavare i piatti, uno a uno, con ordine (prima i bicchieri, poi le posate ecc.) è particolarmente consigliato nei momenti di confusione mentale, quando troppe idee affollano la mente, per avere la mente un po’ più sgombra e chiara.

ALWAYS SMILE
Charlie Chaplin diceva: “Un giorno senza sorriso è un giorno perso. Mai dimenticarsi di sorridere: è un gesto tanto semplice, quanto efficace per migliorare l’umore e dare una spinta all’autostima

DON’T WORRY, BE HAPPY
Puoi fare qualcosa per risolvere i problemi? Sorridi e fallo. Non puoi fare nulla? Sorridi e “fregatene”. Non continuare a lamentarti della vita e a pensare ossessivamente ai problemi, così facendo non lascerai spazio per nient’altro di buono; comincia a concentrarti sulle possibili soluzioni e…”datti una mossa!”.


SCOPRI IL FASCINO DELLE DOMANDE
Albert Einstein diceva: “Impara da ieri, vivi oggi, spera per domani. La cosa importante è non smettere di fare domande”. Ogni singolo giorno chiedi a te stesso come puoi migliorare, cosa puoi fare, la maggior parte delle risorse sono dentro di noi. Tieni accesa la curiosità, domanda agli altri, chiedi come stanno, chiedi quando non capisci qualcosa. Questa semplice abitudine ti aprirà un mondo di possibilità in l’apertura alla vita e alla creatività saranno le tue fedeli compagne.

FIDATI DELLA PERSONA CHE SEI
Ognuno di noi è diverso, ma siamo tutti uguali nel possedere un potenziale enorme. Per quanto le situazioni possano sembrare difficili, la cosa peggiore è perdere la fiducia in sé e nelle proprie possibilità: sii deciso e affronta i tuoi limiti.

OGNUNO VEDE QUEL CHE SEMBRI, POCHI SENTONO QUELLO CHE SEI
Non dar troppo peso a ciò che gli altri dicono di te. L’invidia, a volte, gioca brutti scherzi. Il tuo valore è indipendente dai giudizi e da ciò che gli altri pensano di te.

TUTTI GLI ADULTI SONO STATI BAMBINI UNA VOLTA (MA POCHI DI ESSI SE NE RICORDANO)

Tieni in vita le tue passioni, che siano il giardinaggio, la lettura o la mountain-bike. Se abbandoni solo per il brutto tempo, forse non ami quello che fai quando c’è il sole; se ti lasci fermare da due gocce d’acqua, che fine ha fatto la tua volontà? Torna bambino, impara dalla loro semplicità e non preoccuparti di arrivare a casa tutto bagnato.

lunedì 20 ottobre 2014

Genitore: lo specchio dei propri bambini

Il comportamento dei genitori, piuttosto che ciò che dicono, è la base su cui i bambini si formano ed è il comportamento che imitano, anche e soprattutto inconsciamente. Ogni piccola azione quotidiana insegna loro un comportamento. Se volete che i vostri figli siano in un certo modo, verificate di esserlo voi per primi, sia in famiglia che al di fuori di essa.

A volte i no aiutano a crescere

Essere al servizio dei figli, acconsentire a tutto, accontentare sempre, non è amore.
I genitori che permettono al figlio di ottenere qualunque cosa, soprattutto quando utilizzano il pianto e i capricci, non lo aiutano a crescere, ma gli trasmettono due messaggi negativi. Il primo è che può ottenere tutto, ma questo incita alla prepotenza, al voler avere qualsiasi cosa utilizzando ogni mezzo ed è ciò che potrebbe trasformare un bambino in una persona aggressiva e prepotente con gli altri. Il secondo messaggio è che gli adulti con i quali si confronta sono deboli, infatti l’adulto che subisce il ricatto del capriccio o del pianto mette il bambino nella condizione di non potersi fidare di lui: come avere fiducia e sentirsi sicuro di chi è tanto debole con lui che è solo un bambino?
Anche  i “NO” aiutano a crescere, i bambini hanno bisogno di essere guidati e di percepire i necessari limiti. Ciò non equivale ad essere autoritari, bensì autorevoli mostrando autocontrollo, fermezza e soprattutto coerenza.

Seguiamo il ritmo delle stagioni

È sempre una scelta migliore per la salute e un bene per l’ambiente acquistare prodotti di stagione, in quanto più ricchi di nutrienti e senza “forzature” alla natura per la coltivazione.


SEGUIAMO IL RITMO DELLE STAGIONI!

venerdì 27 giugno 2014

LEGGERE TI SALVA LA VITA?

PIU’ DI 40 RAGAZZI AI GRUPPI DI LETTURA PROPOSTI DALL’I.C. SOLARI


Si è concluso venerdì 16 Maggio il percorso dei gruppi di lettura proposto da alcuni insegnanti dell'IC Solari di Albino - scuola secondaria di primo grado - ai ragazzi delle classi prime, seconde e terze del plesso di Albino.

Vi hanno preso parte, in modo spontaneo e partecipativo 40 ragazzi tra gli 11 e i 14 anni che hanno volontariamente aggiunto alle loro attività di classe la lettura di 5 testi di narrativa (uno al mese da gennaio a maggio) che hanno commentato con i compagni e gli insegnanti.

Alla scadenza fissata, dopo le lezioni del mattino, i ragazzi iscritti al gruppo di lettura hanno pranzato insieme nelle aule o nel cortile della scuola ed hanno discusso liberamente sulle vicende presentate dai libri proposti, sui loro personaggi e sulle tematiche trattate esprimendo opinioni personali e pensieri nati dalla lettura.

I partecipanti hanno espresso il loro unanime apprezzamento per l'iniziativa che necessita tuttavia di qualche piccolo “aggiustamento” di tipo organizzativo.

La scuola ricorda inoltre come la collaborazione della Biblioteca di Albino nel reperimento dei libri proposti sia stata essenziale e preziosa.

A tutti un grazie e un arrivederci al prossimo anno.



LEGGERE TI SALVA LA VITA ?

 

Può sembrare un’esagerazione, e forse un po’ lo è, ma noi crediamo che la lettura possa effettivamente diventare un “salvavita” in alcuni momenti difficili. Quando apriamo un libro spalanchiamo una finestra sul mondo, entriamo nella vita e nei pensieri di altri uomini e donne, grandi e piccoli, di ogni nazione e condizione sociale…

In fondo è un modo per essere altrove. E’ una modalità comoda ed economica per viaggiare, nello spazio, nel tempo, nelle idee…

Ma quando la realtà ci sembra così dura e ostile, la lettura ci offre anche una “via di fuga”  non pericolosa, sana e arricchente. Forse a volte può anche salvarci la vita…