martedì 31 dicembre 2013

BUON 2014

CELEBRA TE STESSO
don Valentino Salvoldi

Tu meriti di essere celebrato! Tu sei unico, irripetibile.
In tutto il mondo non esiste un altro come te.
La tua esperienza, i tuoi doni sono unici.
Nessuno può prendere il tuo posto in ciò che tu sei.
Dio ha creato solo te così come sei, prezioso ai suoi occhi.
Tu hai un’immensa potenzialità d’amore, di dedizione, di creatività,
di sacrificio, di crescita, se tu credi in te stesso.
Non ha importanza la tua età, la tua cultura, e se i tuoi genitori ti hanno amato oppure no:
può darsi che abbiano voluto, ma non hanno potuto. Lascia perdere. Appartiene al passato.
Tu appartieni al presente. Non ha importanza che cosa sei stato,
le cose che hai fatto, gli errori che hai commesso.
Tu sei perdonato. Tu sei accettato. Tu sei buono.
Tu sei amato nonostante tutto.
E quindi ama te stesso! E sviluppa i semi che sono dentro di te.
Comincia ora, parti di nuovo. Da’ a te stesso una nuova nascita, oggi.
Tu sei tu e questo è tutto quello che devi essere. Tu sei temporaneo,
sei qui oggi e domani non ci sei più.
Ma oggi può essere un nuovo inizio, una nuova vita.
Tu non hai il dovere di meritare questa vita nuova,
ti viene data gratuitamente:
questo è il miracolo chiamato Dio. E quindi celebra il miracolo:
celebra te stesso. Ama adesso.
Non aspettare la partenza per dire: «Ti amo».
Non aspettare la lontananza per scrivere: «Ti amo».
Non aspettare la morte per esprimere con le lacrime: «Ti amo».


BUON 2014

Il maglione invernale

IL MAGLIONE INVERNALE
È sempre più tardi di quanto pensavamo, è passato così in fretta l’autunno, pieno di incombenze dopo le ferie, di impegni del nuovo anno scolastico, l’autunno trascorre come tra parentesi prima dell’inverno. Ma sotto sotto, senza confessarcelo, aspettavamo qualcosa. Natale. Le vere notti di gelo, durante il giorno il cielo azzurro sulle prime cime innevate. Dicembre, vino caldo, smorzata intensità della luce, emanata da un sole pallido che riesce a scaldare solo poche ore al giorno. Allora ci vuole un maglione nuovo. Mettersi addosso la lana, che disegna fiocchi di neve e greche rispecchiando la morbidezza della stagione. Ma quale maglione nuovo?  Sul rossiccio? Ce ne sono tante gradazioni, chiome da Ofelia, desiderio di merenda, pane burro e marmellata. Rossiccio del suolo, del cielo, inafferrabile odore di decorazioni natalizie, di legno e focolare. Magari un maglione sul grezzo a grosse trecce, come se qualcuno avesse ancora il tempo di sferruzzare per te. Un maglione ampio, poggiato sulle spalle, scegliendo il conforto delle malinconie. Comprare il colore dei giorni, con un nuovo maglione invernale.

Racconto liberamente tratto dal volume di Philippe Delerm intitolato La Prima Sorsata di Birra e altri piccoli piaceri. Leggerlo impegna pochissimo tempo, e ci riporta sulla terra mostrando come la concretezza delle piccole cose, se apprezzata, può innalzare lo spirito e riempire le giornate di piccoli, inestimabili, piaceri.


(Ester) 

Gratuità

GRATUITA'
 Se una cosa ci viene data gratuitamente, siamo portati a pensare che sia di poco valore.
Un po'  perché spesso pensiamo che valore e prezzo siano la stessa cosa, un po' perché abbiamo scarsa fiducia nella generosità altrui.
Eppure nella parola gratuito è contenuto il ringraziamento ("grazie" è parente stretto di "gratis"), la lode per qualcosa che ci viene dato, per cui siamo grati. E di solito non lo siamo per cose di poco conto.

Quando regaliamo un sorriso, un cenno di approvazione, un gesto di vicinanza stiamo donando qualcosa di prezioso, ma che non ha prezzo.

Una buona e sana abitudine: salutare

Il SALUTO è la miglior carezza per iniziare la giornata

Sono per strada, è una bella giornata, l’aria frizzantina mi bruciacchia le guance e dal naso si affaccia una gocciolina. Camminando con passo deciso verso il panificio incrocio lo sguardo di una signora che non ho mai visto prima d’ora, anche lei tutta imbacuccata per il freddo, la quale mi saluta con un caldo “buongiorno”. Io ricambio e subito sento una sensazione di benessere, di calore che mi pervade. Col sorriso sul volto entro nel panificio dove ci sono molte persone. Ancora contenta per lo scambio precedente, saluto tutti i clienti con uno squillante “buongiorno!!!”, alcuni balbettano un timido “ ’giorno” altri mi ignorano. “Mamma mia”, penso, e resto di sasso. Mi sento a disagio, quasi fuori luogo, ed ecco che la panettiera con sguardo pieno e solare mi rimanda un “buongiorno a lei!”. La sensazione spiacevole si attenua un po’ e penso a quanto sia importante il semplice gesto del salutarsi, a quanto possa cambiare quel preciso momento della giornata.
Tornando verso casa osservo gli sguardi della gente:
  • C’è chi sorride con tutto il volto, soprattutto con gli occhi e con uno sguardo pieno che sostiene il mio. Trovo questo sorriso molto naturale, autentico. Mi restituisce profondità e mi fa sentire che lì ci sono anch’io.
  • Qualcuno saluta con la mano, o col palmo aperto e muovendola da destra a sinistra oppure aprendo e chiudendo il pugno. Questo gesto lo trovo particolarmente tenero, mi ricorda un po’ come fanno i bimbi piccoli.
  • Altri fanno un elegante cenno verso il basso con la testa, come in segno di rispetto, mi ricordano un po’ i nonni che si toglievano il cappello chinandosi leggermente in avanti in segno di riverenza. Questo gesto ha un qualcosa di romantico che soprattutto quando si tratta di anziani mi riporta nel passato.
  • C’è addirittura chi saluta chiamando per nome, dando quindi un riconoscimento ancora maggiore. Il messaggio che sento forte e chiaro è “non solo vedo che c’è qualcuno davanti a me, ma sei proprio tu!”
  • Altri ancora camminano a testa bassa senza incrociare sguardi e senza salutare, oppure salutano in velocità e distolgono lo sguardo subito. Quando mi imbatto in queste scene provo sempre un po’ di malinconia per queste persone, che si privano dell’opportunità di essere visti e riconosciuti, e di prendersi questa piccola coccola, in quanto sfuggono allo sguardo altrui.

Tornando a casa penso a quanti modi ci sono per salutare, a quanto sia importante quella frazione si secondo in cui l’altro ci vede, si rende conto che esistiamo e  – al di là del fatto che ci conosca o meno –si renda conto che siamo lì, vivi e vegeti, con un cuore, delle emozioni e che meritiamo un saluto.
Mi tornano in mente i miei genitori, che spingevano perché io salutassi tutti, sempre. Mi ritengo fortunata e mi accorgo di quanto abbiano fatto bene ad insistere su questo punto, perché è la base dell’educazione e del vivere bene insieme. Ogni giorno vedendo bimbi e bimbe grandi e piccine che salutano con le loro vocine squillanti, mi si apre il cuore perché vedo in loro dei piccoli grandi ometti e delle piccole grandi donne, che iniziano a mettere le fondamenta per quelle che saranno delle relazioni sane e felici.

E tu?
Che modo hai di salutare? Dove guardano i tuoi occhi mentre cammini per strada? Chi saluti più volentieri? E in che modo? Come ti senti quando non ti rispondono? E quando ti rispondono?

Ti auguro una Buona Giornata!!!

 (Cristina)

Tutti sbagliano

La maestra in classe legge. E poi chiede ai bambini di rispondere a una domanda sul libro. Ma le risposte proposte sono tutte e tre sbagliate. Interviene Giulio: Ma maestra c'è un errore. Non c'è scritta la cosa giusta.
Ebbene sì, dice la maestra, tutti possono sbagliare. Anche i libri. E anche i grandi e anche la maestra e anche gli alunni e anche i professori e anche i dottori.

Interviene Carlo: spero che il dottore non sbagli quando uno ha una malattia grave e gli chiede la cura. Certo, meglio è se si sbaglia nelle altre cose, tipo me che metto i calzini al rovescio e nessuno si ammala per questo.

Regali e mestieri

C'è una bambina, timida timida, sorride sempre, ma non parla quasi mai.
Per regalo, a Natale, ha chiesto un microfono, di quelli con l'asta e il filo. Si può staccare e ci si può andare in giro per casa a cantare e registrarsi.
C'è un bambino, agitatissimo, sempre in movimento, corre, salta, briga e disfa.
Per regalo ha chiesto uno scheletro da scienziato per scoprire il corpo umano.
La bambina timida mi ha detto che da grande vuole fare la cantante. Il bambino scalmanato ha detto che ancora non sa che mestiere farà, ma pensava al paleontologo. O anche archeologo. O anche lo scrittore.


Che i bambini sappiano meglio dei grandi qual è la loro strada?

La Santa Lucia 2

Tra compagni:
A te ti arriva Santa Lucia?
A me sì.
No, a me no perchè sono tunisino.
A me sì, stanotte.
A me invece mi è già arrivata sabato, così ero a casa da scuola e così non stressavo mia mamma per portare i giochi in cartella.
A me invece mi arriva oggi pomeriggio, tra le 3 e le 4.
Ah, e tu dove sei a quell'ora? Dormi?
No, sono a scuola-calcio. La mamma ogni anno, dentro alla mia letterina, mette un biglietto per la Santa Lucia, per dire a che ora deve venire. E lei viene sempre all'ora che gli dice mia mamma.


Chissà se i giorni, gli orologi e i calendari rinforzano o indeboliscono le magie. Ci pensate mai?

L'uomo che piantava gli alberi

L'UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI
Jean Giono


"Ha scelto un modo originale per essere felice". Così si dice del protagonista di questo breve racconto allegorico. Egli infatti passa parte della sua vita a piantare alberi: querce, faggi, betulle... su terreni aridi, neppure suoi.
Ma la pazienza, la cura e la passione di questa sua attività, svolta nel silenzio e in solitudine, permettono all'ambiente di rinnovarsi, di tornare ad accogliere uomini che possono essere felici.
Il suo è un vero regalo. Disinteressato e libero. Per questo di immenso valore.
Non ha regalato solo il suo tempo, il suo lavoro, la sua fatica. Ha regalato soprattutto la speranza.
Anche noi possiamo piantare alberi. Già lo facciamo quando alleviamo ed educhiamo i figli. Non solo e necessariamente i nostri.



(Paola)

Per dieci minuti

PER DIECI MINUTI
Chiara Gamberale

Tempo di regali...
A zia Lucia una candela profumata, a nonno Gianni francobolli per la sua raccolta, a nonna Francesca un po' di compagnia, che è tanto sola e non esce più tranne per far la spesa.
Per il fidanzato non ho ancora deciso, con gli amici lotteria di doni, ai genitori un bel cesto.
Continuano a chiedermi cosa vorrei per me. Ma non so, ho già tutto quel che serve.
Un buon compagno, un lavoro che amo, buoni amici e interessi che mi appassionano. Eppure, un poco, mi sento inquieta.
Vado in libreria. Un titolo, una copertina mi avvicinano. “Per dieci minuti”. Chissà che storia è. Leggiucchio e mi sento coinvolta. Inventarsi qualcosa di nuovo ogni giorno, per dieci minuti. Che avventura. Accetto la sfida e i primi dieci minuti li passo leggendo. Molto bello.


(Samira)

martedì 17 dicembre 2013

E sulle case il cielo

E SULLE CASE IL CIELO
Giusi Quarenghi e Chiara Carrer, Topipittori

Tante piccole storie, voci di bimbi teneri, spaventati, arrabbiati, felici.
Parole magiche che narrano emozioni, stagioni, desideri.
Con tocco lieve e sguardo bambino l'autrice regala una giostra poetica che terrà compagnia in questo periodo freddo, come una coperta calda sotto la quale scaldarsi e raccontarsi, insieme.

Un piccolo assaggio, con tanti auguri:

La mia festa
ha campane di velluto
grandi torte di risate
e da bere mille storie
un fischietto tra le labbra
campanelli alle caviglie
la grancassa sulla pancia
il trombone sulla schiena

La mia festa nelle mani
nelle mani non ha nulla
gli aquiloni han preso il vento
le farfalle han preso il volo
La mia festa nelle mani
ha il disegno delle ali



(Samira)

La grande fabbrica delle parole

LA GRANDE FABBRICA DELLE PAROLE
Agnès de Lestrade e Valeria Docampo

C'è un paese in cui le persone parlano poco, perché le parole costano molto.
Più un vocabolo è importante, più costa.
Ma chi decide quali parole valgono e quali no? Il piccolo Philéas vorrebbe dire alla dolce Cybelle che è innamorato di lei, ma non sa come fare. Non ha abbastanza soldi.
Per fortuna ha in serbo un piccolo tesoro di vocaboli di poco conto. E forse non importa quel che si dice, ma come, con che sentimento.
Forza, Philéas! Pensa a tutto quel che senti nel cuore e dillo con le parole che hai.
Funzionerà, vedrai.



(Samira)

Dell'innaffiare il giardino

Dell'innaffiare il giardino

Oh, bello innaffiare il giardino,
per far coraggio al verde!
Dar acqua agli alberi assetati!
Dai più che basti e
non dimenticare i cespugli e siepi, perfino
quelli che non dan frutto, quelli esausti
e avari. E non perdermi di vista
in mezzo ai fiori, le male erbe, che hanno
sete anche loro. Non bagnare solo
il prato fresco o solo quello arido:
anche la terra nuda tu rinfrescala.


(Bertold Brecht)

Un GRAZIE detto col cuore vale più di mille regali.

Il Natale è ormai alle porte, alberi e addobbi coloratissimi popolano la città. Al calar del sole le luminarie si accendono, da una finestra si sentono dei bimbi che sulle note di “Jingle Bells” cantano la canzoncina di Natale “din, din, din...din, din, din ma che bel mattiiin, bello stare tutti insieme, sulla neve bianca!”. Angela dopo una giornata di duro lavoro in  casa tra pulizie, lavatrici, cucinare e figli da gestire, attende ansiosa che il marito torni dal lavoro.  Nonostante ci siano molte altre cose da fare in casa, sente il desiderio di prendersi un po’ di tempo per sè e pensa “prender tempo non è perder tempo!!“In fondo” - si giustifica - “DOVREI pensare ai regali di Natale”. Alberto rientra, i bambini gli corrono in braccio “papààààà!!!!”. Angela osserva teneramente la sua famigliola riunita, saluta affettuosamente il marito e annuncia a gran voce “fate i bravi con papà, la mamma esce a far due passi!”. Avvolta nel suo cappottino e gioiosa come i bambini al suono della campanella della ricreazione, Angela percorre velocemente le scale ed in men che non si dica è per strada avvolta dalla magica atmosfera del Natale. Si ferma davanti alle vetrine osservando meravigliosi oggetti a tema: un buffo angioletto che fa da soprammobile, una semplice ma curata capanna da presepio fatta a mano, un vassoio porta-caramelle ad alberello di Natale in vetro colorato, un Babbo Natale di stoffa che funge da porta-borsette. Ogni oggetto è unico nel suo genere, ha dettagli raffinati e ahimè anche un prezzo piuttosto elevato. “Dunque dunque, pensa, vorrei fare un regalo ad Alberto, poi ci sono le bambine, mia mamma, sua mamma, le due zie, i miei tre nipotini, le amiche del cuore, Serena, Anna, Marisa, poi Laura e Aldo, Stefania e Luca, Ugo e Valeria e mi sa che ho pure dimenticato qualcuno..Se spendo circa all'incirca 15-20 euro per ognuno vorrei fare un regalo spendo un patrimonio!!!.devo trovare una soluzione alternativa..”Mentre cammina infreddolita ed osserva vetrine su vetrine, regali su regali, prezzi su prezzi, si ferma qualche minuto davanti al panificio che espone leccornie di ogni tipo con varie forme natalizie. Che meraviglia, ha già l’acquolina in bocca!! A pochi passi dal panificio si imbatte in una bancarella, dove una giovane ragazzina sta vendendo dei sacchetti trasparenti di varie dimensioni su cui sono stati dipinti a mano dei bellissimi disegni natalizi colorati e glitterati; in cima, poi, attaccato con una mollettina, c’è anche un piccolo biglietto d’auguri con scritto “GRAZIE per......................” e si può completare con quello che si vuole! Questi splendidi sacchetti, al costo di solo 2 euro l’uno, son stati fatti da lei ed altre ragazze che collaborano con un’associazione che aiuta famiglie bisognose ed il ricavato verrà devoluto a queste famiglie!! Angela si illumina: ha un’idea strepitosa, questi sacchetti fanno proprio al caso suo!Ben felice di poter aiutare non solo se stessa ma pure le famiglie bisognose torna a casa ne acquista 20 e riceve una cartolina con scritto “GRAZIE per la tua generosità”. Angela rientra a casa dicendo a gran voce: “famigliaaaa sono tornata!!!!Marta!!Adele!!Ho avuto un’idea meravigliosa per i regali di Natale: domani andremo insieme a comprare farina, latte, uova, lievito, cocco e altri invitanti ingredienti, poi insieme faremo dei dolcetti con formine natalizie e li metteremo in questi sacchetti!””Yeeee, bello!!! urlano le bambine. Poi la mamma aggiunge, ma avete visto che bel biglietto c’è attaccato?!Marta, la piccola di tre anni, lo prende in mano al contrario e dice “c’è scritto ti voio taaaanto bene!!”, la mamma e Adele scoppiano in una risata fragorosa. “Brava Marta esclama Adele!”, poi le prende dolcemente il biglietto dalle mani, lo gira nel giusto senso e legge “GRAZIE per...” fa una brave pausa e aggiunge “starmi sempre vicino!!Questo sarà il biglietto per papà” esclama entusiasta Adele!Dalla cucina si sente la voce di papà “tutti a tavolaaa, la pasta è nel piatto!!!” Sssshhht fa Adele a Marta con l’indice teso sulla bocca, papà non deve saperlo, è una sorpresa!!”.

(Cristina)

La Santa Lucia

Papà, lo sai che l'Andrea mi ha raccontato che la Santa Lucia non esiste? Mi ha detto che siete voi, i genitori. Ma dai, capisci papi, che stupidaggine: voi non volate, non avete l'asino e anche se volevate essere voi la Santa Lucia non potete indovinare cosa ha scritto la Maria, che è la mia sorella piccola, nella letterina. Ha fatto un disegno che non si capisce niente, le lettere al rovescio, e tutto impiastrato di budino. Stava facendo la merenda. Per me solo una santa magica lo capisce, mica voi!

Voglio fare la maestra

Mamma, lo sai che io da grande voglio fare la maestra?
Ah, che bel lavoro. E come faresti?
Così, ti faccio vedere: BASTAAAA, BAMBINI, SMETTETELAAAAA, NON GRIDATEEEEE! Ma come, che maestra è che grida sempre?

La mia.

Qualcuno con cui correre

QUALCUNO CON CUI CORRERE
David Grossman

Qualcuno con cui correre è un libro duro eppure di una tenerezza quasi avvolgente, che coinvolge e commuove fino alle ultime pagine. Potrebbe capitare anche a chi legge di sentirsi trascinati dalla storia, che si dipana a poco a poco dal groviglio iniziale di personaggi ancora poco definiti, proprio come Assaf viene trascinato per le vie tortuose di Gerusalemme dal cane di cui deve ritrovare il proprietario.

Si comincia avvicinando il giovane Assaf che si trova coinvolto, suo malgrado, in una situazione apparentemente banale (ritrovare il proprietario di una cagna abbandonata o perduta) ma via via sempre più intricata e misteriosa. E' l'animale a guidarlo, ma in modo disordinato e scomposto, correndo appunto da una strada all'altra, tra piazze, negozi, mercati, inseguendo tracce che si dileguano e si ripresentano senza disegnare un vero e proprio percorso. E il giovane non oppone resistenza, fidandosi del fiuto di Dinka.
Anche la scrittura di Grossman procede con un andamento simile, accompagnando un personaggio verso altri ed abbandonandolo poi temporaneamente per avvicinarne un altro e un altro ancora, fino a lasciar trasparire con sempre maggior chiarezza una vicenda che si snoda attorno a due adolescenti alle prese con la vita e i suoi drammi.


(Paola)

giovedì 12 dicembre 2013

Invictus

INVICTUS
Clint Eeastwood (2009)

Adattamento cinematografico del romanzo Ama il tuo nemico di John Carlin, a sua volta ispirato a fatti realmente accaduti.

Lo scorso 5 dicembre è morto Nelson Mandela.
Non lo ricordiamo tanto per i suoi 27 anni di carcere subiti per aver lottato contro l'apartheid in Sudafrica, ma soprattutto per aver promosso la riconciliazione tra bianchi e neri al momento della sua elezione a primo presidente nero della Repubblica Sudafricana. Proprio nel momento in cui tutti si aspettavano la vendetta, Mandela ha parlato di perdono e di riconciliazione. E i sudafricani tutti l'hanno ascoltato. Per questo è stato un grande.
Il film INVICTUS ci racconta come il leader nera abbia saputo unificare il suo paese anche attraverso lo sport che prima era appannaggio del gruppo bianco degli Afrikaner.
Vale la pena, per genitori e ragazzi, di vedere o ri-vedere questo film: fa recuperare speranza ed entusiasmo per le cose giuste.


(Paola)

martedì 10 dicembre 2013

Ascoltiamo una favola insieme!

In questi giorni a Radio 3, dalle 17,00 alle 17,30, la trasmissione AD ALTA VOCE legge una selezione di "Favole al telefono" e "La torta in cielo" di Gianni Rodari.
Una buona occasione per passare un po’ di tempo ascoltando piacevoli racconti con il proprio bambino!

La collezione

Papà lo sai che io faccio una collezione? Come la tua di coltelli vecchi ma anche più utile. Io colleziono le carte dei cioccolatini kinder. Quando ne mangio uno, prendo la carta e la metto in una scatolina, se lo mangia anche un mio compagno gliela chiedo e metto nella scatolina anche la sua. Così, quando non ho il kinder, apro la scatolina e annuso la carta. È quasi come avere il kinder. Quasi.

Ti chiami lupo gentile

TI CHIAMI LUPO GENTILE
Luisa Mattia

Ti chiami lupo gentile è un romanzo che parla di riscatto, di una vita che pare definitivamente avviata verso il mondo della criminalità, ma che coglie l'occasione di entrare in crisi e riorientarsi.

Ci sono molti libri che ci avvicinano al mondo dell'adolescenza, ma in questo ho trovato una leggerezza e insieme una profondità davvero affascinanti. Questa narrazione, che anche attraverso il linguaggio ci introduce nel mondo della gioventù marginale, ha la capacità di farci scoprire, al di là dei pregiudizi, le richieste che si levano da ragazzi che apparentemente disprezzano gli adulti che li circondano e tutte quelle che possono avere anche solo una parvenza di regole. Eppure, proprio da loro emerge un forte bisogno normativo, che si traduce spesso in un universo di regole “altre” rispetto a quelle della società, più forti, più dure, che si possono infrangere solo pagando un prezzo altissimo. Attraverso la vicinanza alla vita di Claudio e dei ragazzi della spiaggia, anche noi possiamo cogliere la solitudine di molti ragazzi, la fatica e la voglia di trovare amici, di identificarsi e appartenere a un gruppo, di avere una guida. E in questa fatica, in questa lotta per non essere annientati nell'anonimato, tipica del periodo adolescenziale, possiamo sentire forte il desiderio di avere un “padre”.

(Paola)

Verso il paradiso

VERSO IL PARADISO
Debora Ellis


Età consigliata: 12-15 anni

Binti ha tredici anni, vive a Lilongwe in Malawi, frequenta (come il fratello e la sorella) una scuola privata pagata con i risparmi del padre, costruttore di bare. Ha una vita tranquilla ed è anche una delle voci protagoniste di una trasmissione radiofonica di successo. Ma la vita coglie di sorpresa, sfida, attacca, ferisce... proprio lei.

E il dramma ha il volto dell'AIDS che sconvolge la sua famiglia.

L'autrice ci accompagna con questo delicato e terribile racconto in Malawi e ci offre uno spaccato di vita africana, con le profonde differenze che caratterizzano città e campagna. Le esperienze della protagonista ci mostrano come sia possibile, anche dentro situazioni tragiche, recuperare uno sguardo semplice e fresco e insieme come si possa e si debba  costruire la speranza, attraverso una rete di piccoli legami di cura reciproca.


P.S. A proposito di AIDS: lo sapete che un'inchiesta recente ha mostrato che l'Italia è il paese europeo con il maggior numero di morti nel 2012 dovuti al virus dell'HIV?


(Paola)

Non trattatemi così!

NON TRATTATEMI COSì!

Di Silvio Conte – Mariella Ottino


Età consigliata  12-14 anni

Consigliato anche ai genitori


Emma e Federica sono due compagne di classe. Frequentano la prima media ed entrambe mettono tutto l'impegno possibile per affrontare ciò che la vita riserva loro. Ma le esperienze, la famiglia e i valori trasmessi da questa fanno di loro due tipi completamente diversi. Ed è proprio tra i banchi di scuola che emerge il disagio di chi, abituato ad emergere, non riesce ad accettare che anche altri possano "riuscire", sebbene in un modo così diverso e inaspettato.

Emma, che conquista la stima degli insegnanti proprio grazie alla sua spontaneità e semplicità, diventa l'oggetto delle prese in giro e dei soprusi sempre più pesanti di Federica e del suo gruppo. Leggendo queste pagine possiamo capire quanto sia difficile per alcuni ragazzi affrontare quotidianamente i compagni di scuola e quanto si possa giungere con facilità a ferire gli altri, pur di trovare il modo di emergere.


(Paola)

Lo scambio

Intervallo, Giulia chiama: Maestra, lo vuoi un biscotto? Li fa la mia mamma, a casa, nel forno, con le nocciole. [...] Adesso me ne dai uno dei tuoi in cambio? In verità non mi piacciono i miei alle nocciole, ma la mamma ha imparato la ricetta e me li dà ogni settimana. Li devo mangiare, no?


(Alice)

Favole al telefono



FAVOLE AL TELEFONO
Gianni Rodari

Cosa succede a sbagliare le storie?
Chi sarà mai Giovannino Perdigiorno, che visita ogni volta paesi bizzarri, che per di più non si trovano su alcuna carta geografica?
Dove si è cacciata Alice Cascherina, con un nome buffo che chissà da dove arriva?
E la strada che non andava in nessun posto? Ma è poi possibile che esista una strada così?
Per non parlare della misteriosa guerra delle campane, che ha fatto scoppiare la pace a colpi di Din! Don! Dan!
Le risposte a tutte queste domande, e a millanta tamanta ancora, nel classico “Favole al telefono”, in cui Gianni Rodari cattura i lettori, grandi e piccini, con la sua galleria di personaggi, luoghi e tempi  realistici eppure incantati, che reinventano, con umorismo e fantasia, questo strano, buffo mondo.


(Samira)

Frutta e verdura si, ma di stagione!


Più porzioni di frutta e verdura al giorno tolgono il medico di torno. Vero, soprattutto se di stagione. Perché meglio non mangiare fragole a Natale e asparagi in estate?
Vediamo insieme alcuni buoni motivi.

Costo minore, risparmio maggiore
Gli ortaggi di stagione sfruttano il sole, non le serre, quindi non c’è bisogno di un dispendio di energia “aggiuntiva” o artificiale per farli crescere e maturare. In più, se i prodotti sono a km 0 – venduti o somministrati, cioè, vicino al luogo di coltivazione – si possono abbattere anche i costi di trasporto.

Aiutiamo la nostra economia
Se scegliamo di acquistare frutta e verdura della filiera corta, sicuramente andiamo ad alimentare il nostro sistema produttivo locale (e nazionale), anziché quello oltre confine, portando beneficio a tutta la comunità.

Più salute e meno chimica
Le piante “costrette” a crescere in periodi diversi dalla loro normale stagione sono più "deboli", più facilmente preda di insetti e hanno perciò bisogno di una maggiore quantità di sostanze chimiche. Inoltre, in serra, spesso, per favorire maggiori performance produttive, quindi più frutti e dalla pezzatura accattivante, si abbonda con la somministrazione di fertilizzanti.

Maggiori proprietà benefiche
L’alimento di stagione è più ricco di nutrienti e principi attivi, le sue proprietà nutrizionali sono al massimo della forza. Quello fuori stagione, che generalmente viene da paesi lontani, durante il trasporto, spesso, viene congelato, perdendo ancora di più le sue proprietà benefiche per l’organismo.

Più rispetto per la terra
Come già sottolineato, la frutta e la verdura fuori stagione può essere prodotta solamente nelle serre o importata da Paesi esteri spesso molto lontani dal luogo di vendita. Le serre sono energivore, quasi sempre riscaldate ed illuminate , per questo motivo consumano una gran quantità di energia, spesso non rinnovabile. Anche far percorrere migliaia di chilometri, a frutta e ortaggi, ha un costo energetico, oltre che ambientale, notevolmente consistente. Se a ciò si aggiunge l’abbondante uso di fertilizzanti e pesticidi, ecco che abbiamo un mix di sostanze inquinanti e un aumento di anidride carbonica che si va ad aggiungere a quella già presente in atmosfera. I prodotti di stagione risultano, perciò, meno inquinanti e dannosi anche per l’ambiente.

                                                                                                                                                        (Sara)

Albino Christmas Village contro l’overdose da centri commerciali

Tutti i fine settimana, dal 30 Novembre al 25 Dicembre, le vie di Albino si trasformano in un vero Villaggio di Natale con addobbi, colori, profumi, musica in filodiffusione, e ancora castagne, vin brûlé, teatranti e musicanti. Il tutto organizzato dall'associazione “Le Botteghe di Albino”, in co-organizzazione con l’Amministrazione Comunale e con la collaborazione della “Associazione Per Albino”.
Il villaggio rimarrà aperto dalle 15:30 alle 21:00.

Appuntamenti per sabato 7 dicembre:
- per tutto il pomeriggio un giocoliere vi intratterrà con coltelli e torce infuocate;
- ore 15:30 visita al campanile della chiesa di San Giuliano;
- castagne con gli alpini;
- ore 15:00 – 18:00 esposizione dello stendardo della visitazione di “Giovanni Battista
  Moroni” e visita guidata al “Moroni”;
- ore 20:30 concerto per Claudio.


Per il programma completo degli eventi visitate: