L’imitazione, l’atto di riprodurre i modi di fare, i gesti,
l’aspetto, i comportamenti di un’altra persona, porta ad apprendere nuovi
concetti, abilità ed aspetti del carattere. Soprattutto per i bambini, imitare
è una forma di apprendimento, li aiuta a modellare il loro modo di fare ed
essere.
L’imitazione, quindi, è un processo cognitivo e agisce su due
piani, quello conscio e quello inconscio. Nei suoi studi sullo sviluppo del
neonato, lo psicologo svizzero Jean Jean Piaget aveva già osservato come i piccoli
imparino in fretta a rispondere per imitazione (Piangi? Piango. Ridi? Rido),
già a 2 mesi, infatti, riescono ad imitare gesti anche senza aver ben chiaro a
cosa servano. Più i bambini crescono più si specializzano nel loro imitare,
dando un significato a quanto agiscono, imparando a cosa serve un gesto
piuttosto che un altro. Imitano soprattutto le persone di riferimento, quelle
di cui si fidano e a cui vogliono bene. Ed è proprio perché si fidano delle
persone che imitano che, quando assumono un certo comportamento, istintivamente
lo considerano corretto. “Se lo fanno mamma e papà andrà sicuramente bene!”.
Ecco perché è bene che gli adulti prestino molta attenzione a
ciò che dicono e fanno, ricordandosi del fatto che bambini anche molto piccolo
sono abilissimi nell'assorbire ogni atteggiamento, parola o gesto, corretto o
errato che sia. Prima ancora di spiegare che un comportamento non è corretto, è
bene mettere in discussione noi stessi, cercando di modificare proprio quegli
atteggiamenti che non vorremmo mai vedere in nostro figlio.
(Sara)
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