Marjan Kamali
Non è facile essere madri, ma
neppure essere figlie. E insieme diventare donne superando senza rinnegare
questa relazione che ci definisce per un periodo così importante della vita. E
le cose si complicano se viviamo anche più che dignitosamente in un paese che
non è il nostro.
Una madre iraniana, ad
esempio, può organizzare inviti all'ora del tè per scegliere un marito adatto a
sua figlia?
Darya e Mina, iraniane, madre
e figlia, si trovano di fronte a scelte importanti e si sentono in bilico
costante tra passato e presente, tra l'Iran che hanno lasciato per sottrarsi
alle restrizioni del fondamentalismo e gli Stati Uniti dove abitano, studiano,
amano e lavorano. A cosa deve assomigliare il futuro?
In questo ramanzo, tutto al
femminile, le protagoniste vanno alla ricerca di un elemento di solidità a cui
ancorare i propri progetti, le proprie scelte, e cercando insieme nel passato
trovano la via per scoprire il futuro, affondando le radici nella tradizione e
contemporaneamente spingendo in avanti la propria speranza.
E' bello leggere queste
pagine, semplici e insieme profonde. Ci offre un inusuale ritratto dell'Iran
dietro il velo islamico e ci permette di riscoprire il profumo dei ricordi e
abbracciare il presente insieme alle persone che amiamo.
Come madri possiamo capire
meglio la donna in cerca di indipendenza e di identità nella figlia e come
figlie cogliere il percorso della donna che non sempre vediamo nella madre.
(Paola)
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