Articola tratto dal
settimanale “Internazionale” (numero 1033, 10 gennaio 2014) del giornalista
Claudio Rossi Marcelli.
LA RICERCA DEL TEMPO
“Come faccio a passare più
tempo di qualità con mia figlia durante la settimana?” – Luca.
Nei primi mesi in cui siamo
arrivati in Svizzera, ogni mattina incrociavo una mamma spagnola con i suoi due
figli. Portavamo i bambini alla stessa scuola e per settimane ci siamo visti a
un’infinità di eventi d’inizio anno, ma il nostro rapporto non andava mai oltre
un cenno di saluto. All’epoca cercavo nuovi amici come un lupo affamato e non
mi spiegavo perché lei tenesse le distanze. Poi è arrivato il momento della verità.
Costretta dal ritardo delle
maestre a scambiare due chiacchiere all’uscita di scuola, con aria terrorizzata
mi ha chiesto: “E dimmi… tua… moglie, lavora?”. Quando le ho risposto che non
ho una moglie ma un marito, ho temuto che stesse per abbracciarmi: “Davvero?
Oddio, che sollievo!”. Mi ha spiegato che non riusciva a capire come mai la
madre dei miei figli non si facesse mai vedere. “Allora mi sono convinta che
fosse gravemente malata. O anche peggio…”.
Non ho capito bene perché,
ma il fatto che invece di una madre assente ci fosse un padre assente l’ha
tranquillizzata. La sera ho detto a mio marito: “Sai che a scuola pensano che
sono vedovo? Il tuo coinvolgimento nella vita scolastica dei bambini equivale a
quello di una madre morta”. Da quel giorno i bambini a scuola li ha
accompagnati lui. Così si è ritagliato un momento di cui va gelosissimo. E ora
l’intero quartiere sa che a casa stiamo tutti bene.
Claudio Rossi Marcelli
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