mercoledì 29 gennaio 2014

Ciascuno porta nel suo cuore ciò che è

C’era una volta un vecchio saggio seduto ai bordi di un’oasi all'entrata di una città del Medio Oriente.
Un giovane si avvicinò e gli domandò: “Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?”. L’uomo rispose a sua volta con una domanda: “Come erano gli abitanti della città da cui venivi?”. “Egoisti e cattivi, per questo sono stato contento di partire di là”. “Così sono gli abitanti di questa città!”, gli rispose il vecchio saggio.

Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all'uomo e gli pose la stessa domanda: “Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?”
L’uomo rispose di nuovo con la stessa domanda: “Com'erano gli abitanti della città da cui vieni?”. “Erano buoni, generosi, ospitali e onesti, avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli!”. “Anche gli abitanti di questa città sono così!”, rispose il vecchio saggio.

Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all'abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò, si rivolse al vecchio in tono di rimprovero: “Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?". “Figlio mio”, rispose il saggio, “Ciascuno porta nel suo cuore ciò che è”. Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui. Al contrario, colui che aveva degli amici leali nell'altra città, troverà anche qui degli amici leali e fedeli. Perché, vedi, ogni essere umano è portato a vedere negli altri quello che è nel suo cuore.

Nella vita si trova sempre ciò che si aspetta di trovare perché ognuno proietta all'esterno ciò che risiede dentro di sé.


(Sara)

lunedì 27 gennaio 2014

Il bambino di Noè

In occasione della giornata della memoria, questa storia, con il suo tocco di leggerezza e profondità', è un racconto che possiamo narrare ai nostri bambini, e se sono abbastanza grandi possiamo condividerne con loro la lettura.

IL BAMBINO DI NOE'
E. E. Schmith

Belgio, 1942. Villa Gialla ha un segreto. Ospita bambini ebrei clandestini, affidati alle cure di Padre Pons. Joseph è il più piccolo, ma forse anche il più sveglio, e attraverso le sue parole veniamo a conoscenza non solo delle vicende che si svolgono in quella parte di mondo durante la guerra, ma soprattutto della splendida persona che  è Padre Pons. Vero Uomo di Dio, il sacerdote custodisce, paragonando il suo lavoro a quello di Noè, oggetti e scritti ebraici, collezionando le cose perché non si perda lo spirito di un popolo che viene sterminato.
È questa la lezione più importante che Joseph serberà per tutta la vita, fino a divenire lui stesso un collezionista di oggetti del popolo palestinese, soffocato dalla guerra continua con il nuovo stato di Israele costituitosi al termine del secondo conflitto mondiale.
Il libro è scritto con passione e delicatezza e comunica al lettore un forte senso della tolleranza e dell'accoglienza.


(Paola)

I verbi dei bambini

I verbi dei bambini

Classe terza. Interviene Antonio:
Maestra, maestra, io i verbi li ho studiati. Mi interroghi?
D'accordo. Adesso ti chiamo.
Antonio va alla lavagna e, diligente, comincia a ripetere: io sono, tu sei, egli è, noi siamo, voi siete, essi sono
Poi la maestra chiede: adesso, trapassato remoto.
Antonio ci pensa un momento e comincia, incerto: io fui stato, tu fui...tu fu...stat...tu...
Si gira, guarda la classe, non se lo ricorda. Ci riprova: io fui stato, tu fu-stacchio, egli fusto...Maestra, mi interroghi anche domani?


(Alice)

Oggi mi va di sognare

 OGGI MI VA DI SOGNARE
Anna Gavalda

Lettura consigliata a genitori, educatori e ai ragazzi a partire da 11 anni


"Odio la scuola. 
È la cosa che più odio al mondo.
Mi rovina la vita".

Comincia così "Oggi mi va di sognare", con le parole semplici e schiette di un ragazzino di tredici anni che frequenta la prima media. 
Evidentemente "non è portato per lo studio"!
Il racconto è veloce e coinvolgente: ci offre infatti una prospettiva diversa sulle difficoltà scolastiche e sui piccoli e grandi drammi che queste possono comportare. Ma ciò che riveste maggior interesse è proprio il punto di vista: quello del ragazzino che, con estrema lucidità, ci mostra la miopia di un'istituzione che non sempre sa valorizzare una risorsa enorme e preziosa per lo sviluppo della conoscenza. Quale? Le mani.
Lavorare con le mani ci permette di stimolare moltissime terminazioni nervose e quindi di sviluppare l'intelligenza. 
Un bimbo, o un ragazzo, che usa le sue mani per riparare, assemblare, decorare o costruire, scopre in se stesso la soddisfazione del fare, e quindi del pensare e progettare, dello scegliere e organizzare. Per fare bene. Per fare meglio.
Non  sottovalutiamo il lavoro e la manualità, anzi proponiamoli spesso, in casa, nel gioco e, dove possibile, a scuola.



(Paola)

lunedì 20 gennaio 2014

...e il tempo per me?

Martina è una donna forte, una lavoratrice bergamasca di quelle doc. La sua vita è un continuo rimbalzare come una pallina da ping pong: impegni di lavoro, appuntamenti da rispettare, figli da ritirare da scuola, spesa, gestione della casa, un marito lavoratore bergamasco doc pure lui.
Martina dopo una giornata di continue corse, finalmente approda a casa come un pirata che dopo mesi di assedio conquista una nave straniera. Lancia borsa e giacca sul divano, si lava le mani col detersivo dei piatti ed attacca a cucinare. “Stasera una buon piatto di pasta al sugo, semplice, genuina e soprattutto veloce!! Userò le trofiette fresche che cuociono in soli 6 minuti!”. Mette l’acqua, il sale “Meglio che lo metta subito sennò dopo mi dimentico” e apparecchia la tavola. Via col sugo “Ecco qui una bella passata pronta, eh si una di quelle comode che con un click sprigionano già il profumino del pomodoro appena colto dall'orto, così dice la pubblicità”. Prepara la tavola destreggiandosi come un ballerino di hip-hop tra i giochi lasciati a terra da Matilde la mattina prima di andare all'asilo. “La cena è quasi pronta finalmente, ma dov'è Luca?!?! Ah già oggi ha la riunione speriamo non finisca troppo tardi come settimana scorsa”. “Pronto?? Mamma?? Ciao, si si tutto bene. Senti: Luca è passato a prendere Matilde? Ah da qualche minuto, grazie perfetto, come? No mamma, guarda adesso non ho tempo, magari me lo dici domani eh?? Grazie ciao!”. Il timer del forno trilla: la pasta è cotta. “Maaaarcooooo spegni il computer la cena è pronta!!” Marco è il primo figlio di Martina, il tipico preadolescente maschio nella fase “oia de fà sàltem adòs che ma sposte”. Martina con le presine alle mani ed una nube di vapore acqueo bollente in viso ha un flash: “la lavatrice con le cose del calcio da stendere!!”. Rimette la pasta sul fornello con tanto di sugo e vola in bagno, dove inizia a svuotare l’oblò e a pinzare calzini e mutande come se giocasse cronometrata ad uno di quei talk show della TV in cui compare la scritta “ce la farà Martina a stendere i panni in due minuti?!”. Si affaccia Marco, tranquillo, guarda sua madre con aria schifata e fa: “Ma’ che cacchio fai?? Non era pronta la cena??” “Che colpa ne ho io se mi porti a casa da lavare tre volte a settimana i tuoi vestiti puzzolenti e infangati??Stendili tu la prossima volta” “Si vabbè ho capito, ciao.” Va in salotto e accende la tv urlando “Qui brucia tutto!!”. Martina corre in cucina già temendo di aver rovinato la cena. In quel momento dalla porta entra Luca con in braccio Matilde. “Cos'è questo odore?! Che c’è per cena??” al che Marco ribatte “Pane e acqua: la mamma ha bruciato la pasta! E ride sguaiatamente. Luca scherzosamente e schiacciando l’occhio a Marco dice “Ma te pensa, uno lavora dieci ore al giorno, torna a casa e non trova pure un piatto di pasta decente..” al che la moglie ribatte stizzita “Luca guarda che non è il momento per fare dello spirito!!!”. Luca si avvicina, prende la mano di Martina che mescola energicamente la pasta, le fa appoggiare il cucchiaio di legno e abbracciandola con un braccio ed accarezzandola con l’altro dice “Giornatina dura eh?!”. Martina è esausta, sente che Luca ha capito tutto, fa un lungo sospiro e lo abbraccia e senza dire nulla resta con la testa appoggiata sul suo petto per qualche secondo, poi arriva Matilde che gelosa di tutte queste coccole si infila in mezzo a loro. Luca la osserva sorridendo mentre Martina guarda la padella con la pasta con odio, “Dai Amore, dice lui,  la pasta sarà buonissima, l’importante è che siamo qui tutti insieme a gustarcela”. La cena scorre veloce con i racconti della giornata, appena tutti han terminato la moglie si alza e attacca col lavello. Luca vede Martina un po’ distante, “A che pensi?” “Ho una pila di panni alta un metro da stirare e mi ero scordata che domani c’è la festicciola di compleanno di Sara e avevo promesso che avrei portato una crostata di frutta...quando cavolo la faccio??” “Ma Amore, a te piace proprio complicarti la vita eh?? Sempre a darti per gli altri, ma a te chi ci pensa se non io??”. Martina resta colpita da questa frase, suo marito ci ha preso in pieno. Si sente triste e delusa perché con tutto quello che fa non ha mai un momento per . Luca nel frattempo si è allontanato e quando torna ha in mano una bella  confezione: “lo sapevo che saresti stata incasinata come al solito, per questo mi son fermato alla pasticceria che c’è vicino all'ufficio e te l’ho presa.” Martina è stupitissima, lo guarda adorante. Un mega sorriso le si stampa sul volto e in quel momento un pensiero sorge spontaneo in lei “Ma vaffambagno anche alla pila di panni da stirare, aspetterà fino a domani! Io stasera me ne sto con la mia famiglia: la cosa più bella a cui io possa dedicare il mio tempo!!!”


(Cristina)

Giovani energici!

Maria Chiara, ecco un'altra giovane molto energica di Albino. Laureata in ostetricia, attualmente collabora con il Centro Medico Polispecialistico Giovanni XXIII e con la Cooperativa Sociale Senzapensieri di Albino.
Tiene anche lei un blog nel quale potete trovare ottimi consigli, iniziative e corsi presenti sul territorio. Ecco il link.

Pick oneself up again!

Perché in fondo cadere ci rende più forti!


Il segreto di Isabel

IL SEGRETO DI ISABEL
Sonia  Ognibene

Isabel ha una vita da favola, ma la realtà si impone ai suoi tredici anni con la drammaticità e la forza devastante di un incubo.
Tutto questo va tenuto segreto per non turbare mamma e papà...
Il romanzo ci presenta una storia che focalizza le conseguenze terribili della mancanza di comunicazione, dei dialoghi fatti di banalità e della perdita di autenticità e schiettezza. Al punto che diventa quasi impossibile confidare un segreto doloroso a chi potrebbe darci realmente una mano.
In famiglia si parla molto di scuola, di compiti, di sport, di progetti... Ma si parla troppo poco di sentimenti. Neppure gli adulti lo fanno, vinti da un pudore superfluo, come se dei sentimenti , delle emozioni, di ciò che succede dentro di noi ci dovessimo vergognare.
E così non si trovano più nemmeno le parole per dirlo.
Il silenzio si chiude come una trappola attorno a Isabel, la protagonista di questo racconto, che solo a fatica troverà la forza di dire la verità tornando finalmente di nuovo libera.
La lettura di questo breve romanzo rivolto ai ragazzi ci invita a comunicare alle persone importanti della nostra vita ciò che sentiamo, le ansie, le paure, le incomprensioni... E ad ascoltare quando sono gli altri a volerci raccontare le proprie.

(Paola)

Perché non cambiamo prospettiva?

Anita, due anni, è lì, in ascolto della zia Laura che le descrive i personaggi del presepio. Ne ha visti tanti, ma osserva sempre stupita. C'è il pastore con tante pecore, una pure con la gamba rotta. Poi c'è la donna con il velo che fila, e poi l'asino e la mucca, sì, il bue, e quello che cuoce le castagne.
Zia - interviene Anita - hai visto cosa c'è sopra la capanna?
Sì, l'Angelo. E, guarda, ha una fascia tra le mani con scritto 'Benvenuto Gesù'.
Anita è perplessa, poi osserva meglio e dice:
Ma zia non hai capito, l'Angelo salta con la corda!


(Alice)

mercoledì 15 gennaio 2014

La ricerca del tempo

Articola tratto dal settimanale “Internazionale” (numero 1033, 10 gennaio 2014) del giornalista Claudio Rossi Marcelli.


LA RICERCA DEL TEMPO

“Come faccio a passare più tempo di qualità con mia figlia durante la settimana?” – Luca.

Nei primi mesi in cui siamo arrivati in Svizzera, ogni mattina incrociavo una mamma spagnola con i suoi due figli. Portavamo i bambini alla stessa scuola e per settimane ci siamo visti a un’infinità di eventi d’inizio anno, ma il nostro rapporto non andava mai oltre un cenno di saluto. All’epoca cercavo nuovi amici come un lupo affamato e non mi spiegavo perché lei tenesse le distanze. Poi è arrivato il momento della verità.
Costretta dal ritardo delle maestre a scambiare due chiacchiere all’uscita di scuola, con aria terrorizzata mi ha chiesto: “E dimmi… tua… moglie, lavora?”. Quando le ho risposto che non ho una moglie ma un marito, ho temuto che stesse per abbracciarmi: “Davvero? Oddio, che sollievo!”. Mi ha spiegato che non riusciva a capire come mai la madre dei miei figli non si facesse mai vedere. “Allora mi sono convinta che fosse gravemente malata. O anche peggio…”.
Non ho capito bene perché, ma il fatto che invece di una madre assente ci fosse un padre assente l’ha tranquillizzata. La sera ho detto a mio marito: “Sai che a scuola pensano che sono vedovo? Il tuo coinvolgimento nella vita scolastica dei bambini equivale a quello di una madre morta”. Da quel giorno i bambini a scuola li ha accompagnati lui. Così si è ritagliato un momento di cui va gelosissimo. E ora l’intero quartiere sa che a casa stiamo tutti bene.


Claudio Rossi Marcelli

Per questo mi chiamo Giovanni

PER QUESTO MI CHIAMO GIOVANNI
Luigi Garlando

Giovanni riceve dal padre, per il suo decimo compleanno, un regalo speciale: si tratta di  un viaggio nella storia di un concittadino di cui essere orgogliosi e che spiega al bambino la vicenda famigliare particolare a cui è legato il suo nome.
E' un'occasione unica per ripercorrere la vita di Giovanni Falcone con la semplicità e gli occhi di un bambino che si rende conto della complessità e delle trappole dell'esistenza, ma insieme è anche un modo per guardare con spirito attento e critico alla nostra quotidianità, non così lontana dai soprusi e dalle ipocrisie che attribuiamo sempre agli altri, ai criminali incalliti, alle mafie.
E' un libro adatto ai ragazzi e agli adulti, meglio ancora se letto insieme  -magari proprio padri e figli, come narra la nostra storia-  per riscoprire attraverso le sfide, le lotte, le delusioni e le vittorie di Falcone alcuni dei valori che ci aiutano ad essere uomini.
Non è forse questo "tramandare" che i padri ( e le madri) sono chiamati a fare?

"Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini."  (G. Falcone)


(Paola)

L'occhio del lupo

L'OCCHIO DEL LUPO
Daniel Pennac

Un lupo dentro un recinto, allo zoo, e un bambino che da ore lo fissa, che non se ne va e non si stanca di guardarlo.
Ma il lupo ha un occhio chiuso ed è difficile incrociare il suo sguardo.
Solo quando anche il ragazzo decide di fare lo stesso, di guardarlo con un occhio solo, i loro sguardi e le loro vite si incontrano. E' nelle pupille dell'altro che si leggono le vite.
Ed iniziano i racconti: quello del lupo che ricorda la sua infanzia, libero tra le nevi dell'Alaska e quelli del ragazzino, il cui nome è Africa, come il continente in cui è cresciuto e che ha percorso con i suoi viaggi attraverso il deserto, la savana e la foresta.
Ed è il racconto che libera i ricordi, anche quelli più lontani e dolorosi, legati alla perdita e all'abbandono, quelli che avevano generato la forte sensazione di solitudine che li teneva intrappolati.
In una gabbia chiamata paura, delusione, diffidenza, indifferenza.
Ma è una gabbia di cui ci è possibile trovare la chiave. Perchè non cercarla insieme?


(Paola)

I calendari

Papà lo sai che la maestra ci ha raccontato che il calendario che usiamo noi non lo usano in tutto il mondo? Subito Antonio, che lo sai che fa sempre ridere tutti, ha detto: logico se ce l'abbiamo noi in classe come fa a usarlo tutto il mondo?!
Infatti abbiamo riso tutti, ma la maestra non tanto. Allora ci ha rispiegato che altri paesi contano i giorni in altri modi, e hanno altre feste e restano a casa da scuola in giorni diversi da noi...
Allora Antonio ha di nuovo alzato la mano e ha detto: ma come si fa allora a incontrarsi con uno che ha un calendario diverso senza sbagliare giorno?
Nessuno ha riso questa volta, perchè la domanda era proprio difficile. Lo sai chi l'ha risolta? Marco, ovvio. E ha detto: Semplice, dici al tuo amico che vive in un altro posto del mondo che tu arrivi un certo giorno e se il suo calendario è un po' indietro tu lo aspetti qualche giorno, e fai un giretto nel suo paese.
E se il suo calendario era un po' avanti?
Eh  beh, farà un giretto il tuo amico!


(Alice)

Peppa Pig, vacanze al sole e altre storie

Peppa Pig per la prima volta al cinema con il suo «Peppa Pig, vacanze al sole e altre storie», per raccontarvi tutte le sue fantastiche avventure in dieci nuovi episodi della sesta serie.
Questo imperdibile appuntamento si svolgerà solo nei giorni di sabato 11, domenica 12, sabato 18 e domenica 19 gennaio e, per l’occasione, l’Ariston Multisala di Treviglio ha già aperto le prevendite

Infoline e prenotazioni: www.aristonmultisala.it – Tel. 0363 419503 – info@aristonmultisala.it
Indirizzo: Viale montegrappa, Treviglio (BG)


Si continua a pattinare!

La pista di pattinaggio su ghiaccio in Piazza della Libertà, nel cuore di Bergamo, prolunga di un’ulteriore settimana, posticipando il termine da domenica 12 a domenica 19 gennaio.
E fino a domenica 19 gennaio continuano così anche le iniziative sotto elencate.


Pattinaggio libero con istruttore
Avviamento al pattinaggio. Da lunedì a venerdì, dalle 15.00 alle 18.30, un istruttore di pattinaggio sarà a disposizione del pubblico, gratuitamente.

Pattinaggio per scolaresche
Dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00, le scuole primarie e secondarie di 1° sono invitate a sostenere lezioni di pattinaggio gratuite. Durante le lezioni gli studenti saranno seguiti direttamente da insegnanti di pattinaggio su ghiaccio. Gli organizzatori metteranno a disposizione degli alunni anche i pattini, sempre a titolo gratuito.

Truccabimbi
Tutti i venerdì, dalle 15.00 alle 19.00, allestimento di un’apposita area-bimbi con tavolini e sedie colorate e un angolo attrezzato per il trucco dei più piccoli con distribuzione di palloncini sagomati.

Nutella-Party
Tutti i martedì e giovedì, dalle 16.00 alle 19.00, Merenda con pane e Nutella offerta gratuitamente a tutti i bambini.

Feste di compleanno
Su richiesta, possibilità di festeggiare il proprio compleanno “on ice”, usufruendo anche della caratteristica casa in legno, posizionata a bordo pista, messa a disposizione gratuitamente da Immobiliare Percassi con la distribuzione omaggio ai partecipanti di squisiti biscotti in collaborazione con La Marianna. Per informazioni contattare il numero 035 315347.


La pista di pattinaggio è aperta a tutti, con la possibilità di noleggio pattini direttamente in loco. Gli orari di apertura, dal lunedì alla domenica, sono:
10.00/12.30 - 14.30/19.00 - 20.30/24.00
La manifestazione è organizzata da L’Azzurro Events, PG&W agenzia di comunicazione e dal Comune di Bergamo – Assessorato allo Sport.

lunedì 13 gennaio 2014

Nati per essere portati

Mammacanguro, un’associazione di promozione sociale, organizza corsi e consulenze che introducono alla pratica del portare e alla conoscenza delle varie tipologie di supporto: fascia lunga, fascia elastica, mei tai, fascia ad anelli.
Per partecipare al corso non è necessario avere la propria fascia lunga o il proprio mei tai. I supporti saranno messi a disposizione dei genitori e potranno essere utilizzati per tutta la durata del percorso.
Si consiglia un abbigliamento comodo e a strati, dei calzettoni.

I corsi si tengono presso la sede dell'associazione Mammacanguro in Via San Giorgio 1 ad Albano Sant'Alessandro (BG).

PORTARE DAVANTI PANCIA A PANCIA
Percorso in piccoli gruppi (max 5 partecipanti) dedicato a genitori con bimbi da 0 a 5 mesi durante il quale si impareranno le tecniche per portare il proprio bambino davanti pancia contro pancia e vi sarà un’introduzione alle tecniche per portare sul fianco.

Fascia lunga
Ciclo di 3 incontri
Martedì mattina dalle 10.00 alle 11.30
Costo 65 €

Mei tai
Ciclo di 2 incontri
Martedì mattina dalle 10.00 alle 11.30
Costo 45 €

PORTARE DIETRO SULLA SCHIENA
Percorso in piccoli gruppi (max 5 partecipanti) dedicato a genitori con bimbi da 4 a 12 mesi durante il quale si impareranno le tecniche per portare il proprio bambino dietro sulla schiena, sul fianco e le differenti modalità di carico.

Fascia lunga
Ciclo di 3 incontri
Mercoledì mattina dalle 10.00 alle 11.30
Costo 65 €

Mei tai
Ciclo di 2 incontri
Mercoledì mattina dalle 10.00 alle 11.30
Costo 45 €

Silenzio

Si definisce "silenzio" l'assenza di rumori, di suoni, di parole. Ma il silenzio non va inteso solo in senso negativo, come vuoto, mancanza. E' anche un'opportunità, un'occasione per riflettere e pensare. Nel silenzio si trova il centro di se stessi -la concentrazione- e si possono ascoltare le emozioni e i sentimenti più profondi, altrimenti soffocati da mille dis-trazioni.
Noi viviamo circondati dai rumori, tanto che il silenzio assoluto ci è impossibile da sopportare. Eppure un allenamento al silenzio, alla calma, alla solitudine, al vuoto ( inteso come nulla da fare, vuoto di azioni, di attività...) è importante per ogni persona per non perdere l'incontro più importante della sua vita: quello con se stesso.

Non priviamo i nostri figli di tale opportunità soffocandoli di parole, regali e attività che uccidono il silenzio, fuori e dentro di loro.

Il visconte dimezzato

IL VISCONTE DIMEZZATO
Italo Calvino

Consigliato a partire dai 14 anni

Il visconte Medardo di Terralba viene dimezzato da una palla di cannone durante una guerra contro i Turchi. Sul campo di battaglia i medici intervengono sui feriti, ma il suo caso è complicato: è stato ridotto a brandelli e solo per miracolo si riesce a ricomporre il visconte, anzi...una sua metà.
E' la metà cattiva!
Calvino ci mostra quindi il ritorno al paese natale di questo visconte dimezzato che, non potendo sopportare la sua situazione, cerca di ripordurla in tutto ciò che lo circonda. Il tono  fantastico e quasi scherzoso del racconto si intreccia alla riflessione che la vicenda ci suggerisce. Infatti l'altra metà, quella tutta buona, troppo buona, insopportabilmente buona, non si fa attendere e comincia ad interferire con i progetti dell'altra, fino a che...
Ci vorrà una donna per rimettere tutto a posto.
E tornare alla deliziosa normalità dei difetti e dei pregi di cui ciascuno di noi è fatto.


(Paola)

Quest'anno facciamo finta che...

Mamma, lo sai che a scuola abbiamo fatto un gioco? Un gioco che si chiamava "quest'anno facciamo finta che...". Dovevamo pensare a una cosa speciale che volevamo avere o fare durante quest'anno nuovo. Anche una cosa di fantasia, o da grandi, o da piccoli. Era un gioco in cui potevamo anche andare avanti e indietro nel tempo. Marta ha detto che lei quest'anno vuol far finta che sua sorella piccola che piange sempre sia già grande, così non piange più e non sputa il cibo sul seggiolone e la mamma non grida. Gianluca ha detto che lui quest'anno fa finta che è bravo a scuola e fa tutti i compiti e la maestra non grida. Io ho detto che quest'anno faccio finta che l'inverno finisce subito e si può già andare in vacanza e la scuola è già finita così siamo tutti contenti e il papà non va al lavoro e non è stressato e non grida più.
Allora si è alzato Marco e ha detto: maestra, quest'anno facciamo finta che nessuno più grida?
Io lo dico sempre che Maro capisce più di tutti.


(Alice)

mercoledì 8 gennaio 2014

APPUNTAMENTI PRIMO INCONTRO

Il primo appuntamento con il gruppo di Progetto Incontro avrà luogo nello spazio ragazzi della biblioteca di Albino (3° piano) a partire dalle 20.15 fino alle 22.00.
  • per le famiglie di bambini che frequentano l’asilo nido o di età compresa tra gli 0 e i 3 anni : giovedì 23 gennaio 2014
  • per le famiglie di bambini che frequentano la scuola materna o di età compresa tra i 3 e i 6 anni: giovedì 30 gennaio 2014

La partecipazione è libera e GRATUITA.
Durante l’incontro saranno presenti due volontarie che intratterranno i vostri figli con letture e piccoli giochi.


Vi aspettiamo numerosi!

Cosa ne dite, partiamo insieme?

Ci siamo guardate un po’ attorno e abbiamo visto: persone sole; genitori disperati; figli sregolati; comunità frammentate; sguardi senza futuro.
Ma abbiamo visto anche: persone che desiderano relazioni, contatti, legami; genitori che cercano aiuto e genitori che ne danno; figli che chiedono che sia posto loro un limite, un abbraccio, un contenimento; un domani ricco, sereno, perché costruito insieme.
Molte delle problematiche citate ci riportano a quella che gli esperti definiscono “modernità liquida”, una realtà caratterizzata da sempre meno strutture forti, legami duraturi, desideri, progetti e speranze. L’individuo, separato da formazioni sociali, identità locali, nazionali o etniche, si preoccupa solo del proprio benessere individuale, del proprio piacere immediato, della chiacchiera, dei consumi usa e getta. Ecco così che si va verso una sorta di individualizzazione che porta a essere atomi senza legami, soli e in solitudine; l’individuo è sempre più convinto che il suo successo/insuccesso dipenda esclusivamente dalle proprie capacità, senza nessun soccorso da parte della società. Come conseguenza si va anche verso una deregolamentazione e privatizzazione dei compiti, caratteristiche di una società dell’individuo autonomo che si auto-decide e che sceglie da solo la propria strada.
Se l’individuo è solo, lo sono anche i genitori e le famiglie. Famiglie sempre più distanti, poco disposte alla collaborazione e all’aiuto reciproco, ci si chiude nel proprio piccolo rango, soprattutto per la convinzione della non ingerenza. Si è fin qui creduto, infatti, che l’educazione familiare dovesse ricadere solo nell’ambito del privato, si è enfatizzata l’autosufficienza soprattutto normativa delle famiglie. Chi interviene da fuori è visto come un intruso, i rimproveri orizzontali nella comunità sono sentiti come invadenti e inopportuni.
Sono situazioni nate dal forte desiderio di auto-determinazione (“io sono libero, artefice del mio destino, non mi faccio condizionare da nulla”). Le possibilità di scelta sono infinite, ma di fatto quest’assenza di limiti, di confini impedisce proprio di scegliere e di definire la propria vita. Risultato: indecisione continua. Il mondo si sta trasformando in una distesa di opportunità pronte a essere colte dagli individui per guadagnare il maggior numero di soddisfazioni possibili. Ma questo tipo di vita è una vita “liquida”, costituzionalmente incapace di mantenere invariata la propria forma e seguire per lunghi tratti la stessa rotta. Una vita caratterizzata da successioni ininterrotte di nuovi inizi, vissuta in condizioni di continua incertezza, con la paura di essere colti alla sprovvista, di rimanere indietro e perdere il momento della svolta.
La fiducia nel futuro è labile, le relazioni si disgregano, la rete si fa più leggera, gli individui e le famiglie sono sempre più fragili, soli, con la convinzione di poter contare solo su se stessi.
Come potersi, allora, auto-determinare, auto-costruire se ci si sente persi, proprio perché slegati da ogni vincolo? E se fossero proprio questi vincoli la nostra ancora? Se anziché chiamarli vincoli, li chiamassimo legami? Non è forse di persone che sentiamo la mancanza?
Il vincolo è un limite che mi contiene, è un legame e un nodo che ancora e fa crescere. Ecco qui l’importanza di una rete condivisa e condivisibile. Ecco qui l’importanza di poter contare su qualcuno, di sentire il calore e la vicinanza dell’altro, di poter mettere a disposizione reciprocamente le proprie potenzialità.
Insieme si può.


Noi ci siamo. E voi?

Cinecoaching: allenare alla felicità

Ci si può allenare stando in poltrona? Grazie all'aiuto di Rossella Baldini e Luigi Bettini, due life coach del Centro Coaching di Bergamo, diplomati alla scuola di Life e Corporate Coaching, si è possibile. Nel corso di quattro incontri dedicati al cinema e a un nuovo modo di stare bene, insegneranno ad allenare l’ottimismo, la capacità di perdonare, la gratitudine e la speranza attraverso la visione di alcuni film che trattano appunto di queste tematiche.

Il corso avrà inizio il 16 gennaio alle 20.30, proseguirà per i successivi tre giovedì e si terrà presso il Cinema Teatro del Borgo di via Borgo Palazzo 51 (Bg).
Il primo incontro sarà gratuito, gli altri appuntamenti avranno un costo di 4,5/5 euro.
  • 16 gennaio 2014: serata introduttiva al corso con proiezione di alcune sequenze tratte da film;
  • 23 gennaio 2014: proiezione del film “Il vento del perdono”, dedicato al tema del perdono;
  • 30 gennaio 2014: proiezione del film “A simple Life”, dedicato al tema della gratitudine nei confronti degli altri;
  • 6 febbraio 2014: proiezione del film “Lo scafandro e la farfalla” dedicato al tema della speranza e della capacità di immaginare un futuro positivo.


Per ulteriori informazioni si rimanda al sito www.centrocoaching.it

(Sara)

martedì 7 gennaio 2014

Che confusione...sempre di corsa!

È vero, ormai il Natale è passato, ma dev'essere confortante sapere che anche molte altre mamme sono state mezze disperate in questi giorni di festa!
Poi, diciamocela tutta, non è solo in questo periodo che si è sempre di corsa e spesso ci si deve trasformare in Wonder Woman!



Un semplice gesto ci rende persone educate e civili

È una bella giornata di sole ed Elisa ha appena finito di fare i compiti, il campanile scocca le quattro quando il suo sguardo viene attirato da un cucciolo che saltella nel prato proprio sotto la finestra della sua cameretta. È una cagnolina color nocciola di nome Zoe, contentissima di poter giocare con una piccola pigna recuperata sotto un albero. Elisa incantata la osserva, poi corre in sala «Mamma, mamma ho finito i compiti!! Posso scendere un po' giù al parco?! Dai!! C'è un cagnolino cucciolissimo!!» «Si tesoro, ti aspetto per le cinque, divertiti!!» e sul volto le si dipinge un grande sorriso: le piace vedere così felice la sua bimba. Elisa elettrizzata fugge via veloce mentre la mamma le fa una coccola che sfiora dolcemente la sua testolina. In un battibaleno è al parco, si avvicina cauta alla ragazza col guinzaglio e dice «Ciao, è tuo il cane?» «Si, è una femminuccia, si chiama Zoe ed io mi chiamo Anna! E tu come ti chiami?» «Io sono Elisa». La cucciola si avvicina, Elisa si abbassa sulle ginocchia e la cucciola le salta sopra facendola cascare sul prato e leccandola tutta. «Ahahah!! Che bella!! Posso giocare un po' con lei per favore?» «Ma certamente!!» Le due cucciole iniziano a rincorrersi, saltellare, giocare con la pigna e con i legnetti, poi ad un certo punto Zoe fa i suoi bisognini e Anna si avvicina con un piccolo sacchetto rosa infilato sulla mano destra. «Cosa fai?» «Raccolgo i bisognini di Zoe in questo sacchetto, lo chiudo e li butto nel cestino.» «Perchè?» «Perchè in questo modo il parco resta bello pulito.» Quando prendiamo un animale domestico è nostra responsabilità pulire dove sporca. Ti piacerebbe giocare qui se fosse tutto pieno di bisognini?» «No!! Bleah!!» esclama Elisa con una smorfia di disgusto, poi si gira e torna a giocare: corrono, saltano, rotolano nell'erbetta poi Zoe si accuccia sotto una panchina e prende da terra un chewingum. Anna accorre allarmata e gliela fa sputare, Zoe subito zompa su una cartaccia di gelato, che la padrona le toglie subito, ma la biricchina ruba un pacchetto di sigarette vuoto e inizia a sgranocchiarlo. Anna stanca di tutto questo mette il guinzaglio a Zoe. Elisa guarda la scena e dice con l'aria di chi sa il fatto suo «Male male!! Chi è stato qui non si è preso la responsabilità di pulire dove ha sporcato.» «Brava Elisa, hai proprio ragione, peccato che siamo noi a subirne le conseguenze, verremo un altro giorno a giocare, oggi è troppo sporco e pericoloso.» «Pericoloso?» «Eh si, i cuccioli mangiano tutto, sta a noi mantenere un mondo pulito affinchè non stiano male..» Ad Elisa si illuminano gli occhi, ormai è ora di tornare, Elisa saluta Anna e Zoe e torna a casa. Va dritta nella sua cameretta, prende un foglio bianco, i colori e disegna un bel parco pulito pieno di cagnolini liberi e bimbi felici che giocano insieme a loro e scrive pronunciando ad alta voce «Noi bimbi vogliamo un parco pulito: raccogliete le cacche dei vostri cani e buttate tutta la spazzatura nei cestini!!». Poi mette il disegno in una busta di plastica trasparente, ci fa due buchi ai lati, prende una cordicella e corre a mettere il nuovo cartello al cancello del parco. Orgogliosa del suo lavoro rientra a casa fiduciosa che d'ora in poi il parco sarà migliore. Il giorno seguente Elisa racconta l'accaduto ai compagni e alle maestre, le quali decidono di far fare a tutti i bimbi un disegno come quello di Elisa, da mettere ognuno nel parco più vicino a casa.


(Cristina)

Facciamoci un dono

FACCIAMOCI UN DONO
Grazia Honegger Fresco

Dedicare tempo, fantasia e attenzione.
“Facciamoci un dono” è un libro piccino, un pozzo da cui attingere idee di momenti e attività semplici e quotidiane da condividere piacevolmente con i propri figli, partendo da un concetto chiave: i bambini non hanno bisogno che si insegni loro a giocare, né di oggetti costosi e pronti all'uso. Hanno bisogno del tempo che mamma e papà dedicano loro, e di oggetti, luoghi, suggestioni adatte alla loro età. Pronti a calare il secchio nel pozzo? Tornerà pieno, contateci!


(Samira)

L'uomo che piantava gli alberi

L'UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI
Jean Giono

Ho incontrato il personaggio di Elzéard Bouffier anni fa, in un periodo triste e sfiduciato.
È stato un incontro importante. La storia di quest'uomo che pianta alberi per non lasciare che un terreno non suo diventi arido è di quelle che ridanno speranza.
È una storia di gratuità, di perseveranza, di amore per l'uomo e la natura. Di rinascita.
Lettura assolutamente consigliata per iniziare l'anno con rinnovato entusiasmo e fiducia.

(Samira)

Insieme all'anno nuovo..anche i buoni propositi!

BUONI PROPOSITI...

Come ogni anno Lucia ha preparato la lista dei buoni propositi.
“Essere puntuale, dedicare più tempo ai bambini, avere dei momenti romantici con mio marito, non mangiare le unghie, andare in palestra almeno una volta a settimana, usare di meno l'automobile, essere più paziente, non arrabbiarmi, andare a dormire e alzarmi più presto, non aspettare sempre l'ultimo momento, essere meno di corsa, spegnere la televisione e ascoltare, spendere meno, andare a correre, impegnarmi di più........”.

Quante cose le piacerebbe realizzare quest'anno! Però, mannaggia, è anni che si ripromette le stesse cose, e ogni volta aumentano, ma non ce n'è una che sia davvero riuscita a realizzare come voleva. Chissà perchè.
Insomma, lei ci mette moltissima buona volontà, crede in ognuna di queste cose, eppure non riesce mai ad essere efficace.
Eppure, le pare che siano tutte alla sua portata....anche se...a pensarci bene...”non so davvero come potrei andare in palestra una volta a settimana...non ho mai tempo, e poi, in effetti, io odio quell'ambiente. Son tutti all'ultima moda, le macchine mi sembrano alienanti, no per me ci vorrebbe un bel corso tra donne alla mano, nella palestrina della scuola...in effetti questa voce a dire il vero bisogna proprio toglierla dall'elenco.
Poi vediamo, magari ce ne sono altre simili, che non sono mie. Sì, ecco! Per esempio andare a correre, non mi è mai piaciuto, se proprio la bicicletta per fare la spesa, o una bella passeggiata col cane. Questo sì mi piacerebbe.
Il tempo...che problema questo! La puntualità, il tempo giusto da dedicare a tutto e a tutti, per forza poi perdo qualcosa o qualcuno per strada. A volte mio marito. A volte i figli. A volte me stessa.
Forse in effetti mi conviene darmi pochi obiettivi più concreti, semplici e realizzabili. Che poi se riesci a realizzare qualcosa sei contento e ancora più motivato, mentre se cerchi di raggiungere l'impossibile ti ritrovi sfiduciato e ogni volta di fronte alle stesse sfide”.
Terminate queste riflessioni, Lucia si decide: bisogna rifare l'elenco.
Questa è la sua forma definitiva, che le piace moltissimo:
cucinare una nuova ricetta coi bimbi ogni due domeniche (tutte non so se ce la faccio);
parlare di più con mio marito (forse il romanticismo può ripartire da qui);
scrivere ogni mattina una lista delle cose da fare (con almeno un momento libero);
rispettare la lista e crederci.
Ecco, così si può fare. E finalmente Lucia sa che riuscirà a rispettare i suoi buoni propositi.

(Samira)

Progetto felicità

PROGETTO FELICITÀ
Rubin Gretchen

Non sempre la vita va come vorremmo, talvolta ci sono giorni così no che non sembra possibile uscirne.
Per questo “Progetto felicità” è un libro che merita di essere letto.
Perchè è il racconto semplice ed ironico di una donna che, di fronte a queste riflessioni, si chiede se non sia possibile costruirsela, la felicità. Così la progetta, prefiggendosi piccoli cambiamenti fattibili. E scopre, tra l'altro, che così le fatiche diventano molto più sostenibili.


(Samira)