martedì 10 dicembre 2013

Frutta e verdura si, ma di stagione!


Più porzioni di frutta e verdura al giorno tolgono il medico di torno. Vero, soprattutto se di stagione. Perché meglio non mangiare fragole a Natale e asparagi in estate?
Vediamo insieme alcuni buoni motivi.

Costo minore, risparmio maggiore
Gli ortaggi di stagione sfruttano il sole, non le serre, quindi non c’è bisogno di un dispendio di energia “aggiuntiva” o artificiale per farli crescere e maturare. In più, se i prodotti sono a km 0 – venduti o somministrati, cioè, vicino al luogo di coltivazione – si possono abbattere anche i costi di trasporto.

Aiutiamo la nostra economia
Se scegliamo di acquistare frutta e verdura della filiera corta, sicuramente andiamo ad alimentare il nostro sistema produttivo locale (e nazionale), anziché quello oltre confine, portando beneficio a tutta la comunità.

Più salute e meno chimica
Le piante “costrette” a crescere in periodi diversi dalla loro normale stagione sono più "deboli", più facilmente preda di insetti e hanno perciò bisogno di una maggiore quantità di sostanze chimiche. Inoltre, in serra, spesso, per favorire maggiori performance produttive, quindi più frutti e dalla pezzatura accattivante, si abbonda con la somministrazione di fertilizzanti.

Maggiori proprietà benefiche
L’alimento di stagione è più ricco di nutrienti e principi attivi, le sue proprietà nutrizionali sono al massimo della forza. Quello fuori stagione, che generalmente viene da paesi lontani, durante il trasporto, spesso, viene congelato, perdendo ancora di più le sue proprietà benefiche per l’organismo.

Più rispetto per la terra
Come già sottolineato, la frutta e la verdura fuori stagione può essere prodotta solamente nelle serre o importata da Paesi esteri spesso molto lontani dal luogo di vendita. Le serre sono energivore, quasi sempre riscaldate ed illuminate , per questo motivo consumano una gran quantità di energia, spesso non rinnovabile. Anche far percorrere migliaia di chilometri, a frutta e ortaggi, ha un costo energetico, oltre che ambientale, notevolmente consistente. Se a ciò si aggiunge l’abbondante uso di fertilizzanti e pesticidi, ecco che abbiamo un mix di sostanze inquinanti e un aumento di anidride carbonica che si va ad aggiungere a quella già presente in atmosfera. I prodotti di stagione risultano, perciò, meno inquinanti e dannosi anche per l’ambiente.

                                                                                                                                                        (Sara)

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